Raid russo: 40 missili su Kiev. Strage alle cliniche dei bimbi

Attacco su un ospedale pediatrico e un'ostetricia della capitale: morti e feriti. Dall'Ue condanna unanime. Zelensky chiede la riunione all'Onu

Raid russo: 40 missili su Kiev. Strage alle cliniche dei bimbi
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Orbán è andato al Cremlino per parlare di pace, ma aldilà delle reali ragioni della sua recente e criticata visita, Putin ha risposto con un accanimento senza precedenti nei confronti dell'Ucraina. E pensare che ieri mattina gli obiettivi dovevano essere «solo» le stazioni elettriche di Holosiyivskyi e Shevchenkovskyi della capitale Kiev, ma i missili lanciati dai russi hanno terminato la loro corsa anche su due ospedali, provocando morti e distruzione tra la popolazione civile.

Erano le 9.55 quando il nosocomio Ohmatdyt, la più grande struttura pediatrica dell'Ucraina, è stata gravemente danneggiata dall'attacco di vettori Kinzhal e X-101 che hanno provocato almeno 14 morti e 46 feriti. Il bilancio è parziale, perché i soccorritori sostengono che potrebbero esserci ancora molte persone sotto le macerie, e tra loro parecchi bambini che mancano all'appello. Appena un'ora e mezza dopo, i detriti di un nuovo attacco missilistico hanno danneggato un altro ospedale di Kiev, l'Iside, uccidendo 6 persone e ferendone altre 9.

I missili di Mosca hanno preso di mira quasi tutto il Paese. Undici persone sono state uccise, e almeno 40 ferite, nella città di Kryvyi Rih. Altri 3 civili sono deceduti Pokrovsk (Donetsk) dove i missili hanno colpito un impianto industriale. Una persona è stata uccisa a Dnipro, mentre erano in corso i festeggiamenti per Jaroslava Mahuchickh, la nuova regina mondiale del salto in alto, originaria del luogo. Nell'oblast di Kharkiv, una mina russa ha fatto saltare in aria un'auto, uccidendo 6 persone, tra cui un bambino di appena 2 mesi. L'esplosione ha sbalzato il neonato a 15 metri dalla madre. Due bimbi risultano inoltre feriti dai frammenti di un missile a Mykolaiv. In termini di numero di vittime l'attacco russo è diventato il più sanguinoso del 2024.

Oggi è stata indetta una giornata di lutto nazionale, mentre l'establishment ucraino, Zelensky su tutti, continua a chiedere a gran voce sempre più armi per difendersi dalla tempesta di fuoco che piove dal cielo.

Ovviamente l'assalto all'ospedale pediatrico ha generato sdegno in tutto il mondo. Le immagini trasmesse dalla tv 5 Channel mettono i brividi: si vedono bambini seduti su alcune sedie sul ciglio della strada, alcuni in braccio alle loro madri, altri seduti su sedie di fortuna. Tutti indossano una mascherina, alcuni dei piccoli hanno di fronte a loro alcune flebo e non hanno i capelli, segno della loro battaglia quotidiana contro il cancro. Un infermiere con la tuta sporca di sangue piange con le mani tra i capelli, e una donna, poco distante, tiene in braccio un bambino portandolo via dalle macerie del raid. Una giovane dottoressa urla all'indirizzo delle telecamere: «Fate vedere al mondo chi è Putin, non si può consentire tutto questo. Viviamo l'orrore ogni giorno». Il pediatra Lesia Lysytsia descrive l'impatto del missile «come in un film», con una «grande luce, poi un suono orribile». Circa 20 bambini erano ricoverati nel reparto che è stato maggiormente danneggiato.

Mosca si smarca da qualsiasi accusa. Per il ministero della Difesa russo le distruzioni sarebbero state causate dalla caduta di un missile di difesa aerea ucraino. «Nel mirino avevamo le centrali elettriche, puntualmente annientate». Kiev invece rimarca la difficoltà nel frenare raid così massicci. I missili nemici sono dotati di funzioni aggiuntive, tra cui radar ed esche termiche, spiegano dall'aviazione militare. Nell'attacco di ieri i missili da crociera volavano a quote estremamente basse (appena 50 metri d'altezza) da sfuggire alla contraerea.

Intanto un accordo di sicurezza firmato tra Polonia e Ucraina include una disposizione per l'abbattimento di missili e droni russi lanciati nello spazio aereo ucraino in direzione della Polonia.

Nella regione di Belgorod, 2 persone sono state uccise e altre 3 sono rimaste ferite nei bombardamenti ucraini.

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