Il tribunale di Roma ha dichiarato prescritta l'accusa di evasione fiscale per l'attore Raoul Bova in riferimento a 417mila euro nel 2011. Il giudice monocratico ha dichiarato l'intervenuta prescrizione per una vicenda in cui l'attore romano - protagonista dell'edizione numero 13 di Don Matteo in sostituzione di Terence Hill e pronto a girare anche l'edizione numero 14 - era accusato di dichiarazione fraudolenta mediante artifici. In base all'impianto accusatorio l'attore nel 2012 non avrebbe effettuato il versamento di canoni per un milione di euro alla Sanmarco srl, società di cui l'artista deteneva l'80 per cento. Sempre secondo l'accusa, l'attore nel 1996 avrebbe ceduto alla Sanmarco i diritti economici legati alla sua immagine in cambio di un compenso simbolico ma questo denaro non sarebbe mai stato versato al'attore. Secondo la procura sarebbero proprio questi mancati versamenti a dimostrare che l'accordo sia stato «un escamotage» per nascondere il reale reddito dell'attore. Secondo i pubblici ministeri nella dichiarazione dei redditi del 2011 Bova avrebbe evaso l'Irpef per una somma pari a 417 mila euro. L'avvocato difensore di Bova, Bruno Assumma, ha sempre sostenuto che le pendenze con il fisco da parte dell'attore erano state regolarizzate.
La vicenda tuttavia non è ancora conclusa: l'attore risulta infatti condannato per evasione di 600mila euro tra il
2005 e il 2010 sempre per «dichiarazione fraudolenta mediante artifici». La condanna è di un anno e sei mesi di reclusione ma si è in attesa del processo d'appello, la data della cui celebrazione non è ancora stata fissata.
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