Nel mirino delle forze russe ieri, 139esimo giorno di guerra, è finita la città di Mykolaiv, Ucraina meridionale, epicentro degli attacchi missilistici lanciati dalle forze del Cremlino nelle prime ore del giorno. Colpite due strutture mediche ed edifici residenziali, almeno 12 i feriti. Nella notte i razzi avevano preso di mira Kharkiv, Toretsk e Sloviansk. Le Forze armate ucraine hanno invece rivendicato la distruzione di un altro deposito russo di munizioni nella regione di Kherson. «Dopo il successo della distruzione del deposito di munizioni a Nova Kakhova, un altro deposito è stato colpito dall'artiglieria a Charivne», ha scritto il comando meridionale ucraino su Facebook.
Nel Donbass prosegue avanzata russa, seppur lentamente. Le forze di Mosca, secondo l'agenzia di stampa Tass, che ha citato - così chiamandolo - l'«ambasciatore» dell'autoproclamata Repubblica di Lugansk in Russia, Rodion Miroshnik, hanno circondato la città ucraina di Siversk, nella regione orientale del Donbass. Siversk è un'altra delle città strategiche del Donbass che si trova lungo la linea del fronte e che Mosca sta cercando di sottrarre al controllo di Kiev. Il mese scorso, le truppe russe hanno preso il controllo delle vicine città di Severodonetsk e Lysychansk dopo feroci bombardamenti.
Il Commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, ha spiegato che l'Unione europea sta indagando oltre 21mila possibili crimini di guerra commessi in Ucraina. «Quattordici stati membri dell'Ue stanno conducendo indagini in modo indipendente mentre Polonia, Lituania, Ucraina, Lettonia, Estonia, Slovacchia sono parte di un team d'indagine comune, con al loro fianco Eurojust, la Corte Penale Internazionale dell'Aja e gli Usa», ha aggiunto. Secondo le Nazioni Unite - ma il conteggio reale rischia di essere ben più alto - dall'inizio dell'invasione russa sono state oltre 5.000 le persone rimaste uccise, per l'esattezza 5.024, mentre le persone rimaste ferite sono 6.520.
Vittime dirette e indirette a causa della crisi alimentare.
Si svolgeranno oggi a Istanbul - lo conferma l'Ucraina - i colloqui sul grano con rappresentanti di Russia, Turchia e Onu. La questione della sicurezza è uno degli elementi chiave della posizione di Kiev, che non vuole che il grano diventi strumento di Mosca per attacchi via mare.
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