«I tempi erano ristretti, la scadenza del 30 aprile non è mediatica, ma prima si presenta il piano prima arriva la prima tranche di fondi». Il premier, Mario Draghi, ieri nel corso delle repliche alla Camera sul Pnrr ha espresso il proprio rammarico per il contingentamento della discussione del Piano in Parlamento, ma ha ribadito l'importanza dell'ok entro fine mese «perché questo ci permette di avere accesso ai fondi europei il prima possibile». Al senato ha poi sottolineato che «se lo presentassimo il 10 maggio, i fondi arriverebbero dopo l'estate». Le riforme, ha proseguito, «saranno adottate con strumenti legislativi (disegni di legge, leggi delega e decreti legge), nei cui procedimenti di adozione il Parlamento avrà, com'è ovvio, un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto». A proposito dei negoziati con Bruxelles, il presidente del Consiglio a Palazzo Madama ha rimarcato di non aver mai detto a ursula von der Leyen: «Garantisco io». «Non è il mio stile...».
Tema portante delle risposte alle sollecitazioni dei deputati la semplificazione delle norme sugli appalti pubblici. Un obiettivo essenziale «per la riuscita del Piano e, più in genere, per il rilancio del settore delle costruzioni», ha detto Draghi annunciando la riforma della disciplina nazionale sulla base delle direttive Ue «per renderla più snella rispetto a quella vigente, anche sulla base di una comparazione con la normativa adottata in altri Stati membri dell'Unione europea». La legge delega sarà presentata entro l'anno allungando fino al 2023 le previsioni del decreto Semplificazioni dell'anno scorso che ampliavano i poteri di Ferrovie e Anas come stazioni appaltanti.
Altre misure saranno inserite in un decreto che sarà emanato il mese prossimo e che dovrebbe contenere lo snellimento delle procedure per il superbonus del 110%. «Interverremo per far sì che la gente lo possa usare», ha specificato il premier. Secondo alcune bozze di provvedimento in circolazione, è previsto che l'ok allo sgravio possa essere concesso anche ai condomini ove sono presenti abusi e inoltre l'applicabilità sarà estesa ad alberghi e pensioni.
Confermata l'intenzione di procedere alla riforma fiscale. «È tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee», ha precisato Draghi. La base portante delle modifiche all'Irpef saranno i lavori d'indagine delle commissioni Finanze di Camera e Senato. «Sui tempi di pagamento della Pa, il governo si impegna a implementare l'attività di monitoraggio già in corso con la Piattaforma per i crediti commerciali gestita dal ministero dell'Economia», ha evidenziato aggiungendo che «le azioni di rafforzamento della Pa previsto nel Pnrr contribuiranno a migliorare la situazione dei pagamenti».
Sempre in tema fiscale occorre sottolineare che a breve potrebbe arrivare un nuovo rinvio per i 35 milioni di cartelle esattoriali bloccati nel 2020 per l'emergenza pandemia. È previsto un Consiglio dei ministri in settimana (ma la discussione potrebbe svolgersi contestualmente all'ultimo via libera al Pnrr) per l'esame di un dl con la proroga delle cartelle fiscali il cui congelamento scade il 30 aprile. Le norme dovrebbero poi essere inserite nel dl Sostegni bis quando sarà varato.
Intanto, l'agenzia di rating Fitch ha osservato che «una ripresa economica sostenuta sarà fondamentale per stabilizzare e abbassare il rapporto debito/Pil» e che tutto «dipenderà dalla capacità di usare efficacemente i fondi di Next
Generation Eu e dalla capacità del governo di realizzare riforme economiche mirate». A questo proposito l'eterogenea maggioranza potrebbe rappresentare un ostacolo. E se il debito/Pil non calasse, il rating sarebbe a rischio.
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