E referendum sia. La Cassazione ha dato il via libera ufficiale sulle firme raccolte dal Comitato per il "Sì" alla consultazione popolare sulla riforma costituzionale. Da oggi Matteo Renzi avrà sessanta giorni per fissare la data della consultazione popolare. Tanto che le opposizioni sono subito partite all'assalto del premier: "Deve smetterla di prendere in giro i cittadini italiani e indicare immediatamente la data in cui si andrà a votare".
"In autunno vincerà il 'no' e Renzi andrà a casa - mette in chiaro il presidente dei deputati azzurri, Renato Brunetta - andrà in esilio in quel di Rignano con i suoi cari". Il fronte del "no" non solo è compatto, ma è anche trasversale. Contro la riforma costituzionale non si è schierato solo il centrodestra (Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia), ma anche il Movimento 5 Stelle e i "ribelli" del Partito democratico. L'obiettivo è comune: votare "no" per "mandare a casa Renzi e ripristinare la democrazia nel nostro Paese". In base alle disposizioni della Cassazione, il referendum dovrebbe tenersi intorno a metà ottobre. Ad oggi i sondaggi danno il "sì" in netto svantaggio. Tanto che il premier si è visto costretto a cambiare strategia. Prima delle elezioni amministrative di maggio era tutto un "Se perdo mi dimetto", "Se non vince il 'sì' lascio la politica" e "Dopo di me il diluvio...". Poi, la scoppola alle urne gli ha fatto aprire gli occhi. Tanto che adesso non è più così convinto di legare il risultato della consultazione popolare al suo futuro in politica. La stessa Maria Elena Boschi, autrice del ddl che ha cambiato la Costituzione, ha cambiato atteggiamento preferendo un ruolo molto più defilato.
Incassato il via libera della Cassazione, Renzi ha rilanciato le ragioni del sì. "Adesso possiamo dirlo - ha twittato - questo è il referendum degli italiani". Aldilà dei buoni propositi, però, il governo dovrà indicare quanto prima la data. Brunetta lo invita a evitare "scuse e trucchetti" e a farlo quanto prima. Lo stesso fanno i Cinque Stelle. "Prima affermava che si sarebbe svolto il 2 ottobre - tuonano i grillini - adesso Renzi vuole far votare gli italiani solo quando avrà in mano sondaggi positivi, ma si è superato ampiamente il limite".
Arturo Scotto, capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana, invita invece il governo a "consultare le opposizioni" prima di fissare la data del voto. Il braccio di ferro, insomma, è appena iniziato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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