Il M5s alle regionali senza alleanze col Pd. ​Ma i grillini sono in crisi

In Calabria il M5s scerglie il docente universitario Aiello. Che deve ancora sciogliere la riserva. Nella regione il Movimento è spaccato. La deputata Nesci: “La mia linea politica è differente”. Il presidente della Camera Fico: "Serve momento di riflessione"

Il M5s alle regionali senza alleanze col Pd. ​Ma i grillini sono in crisi

Il Movimento 5 stelle ha scelto il suo candidato governatore per la Calabria e si appresta a celebrare le Regionarie in Emilia Romagna. Ma sia Luigi Di Maio, sia Giuseppe Conte, si sono affrettati a spiegare che le elezioni del 26 gennaio non avranno effetti sul governo. “Non ce ne saranno”, ha puntualizzato il capo politico dei pentastellati.

“Da quando sono presidente del Consiglio – ha detto Conte – non riesco a ricordare quante votazioni regionali ci sono state. Non è che ogni volta che si vota a livello regionale, questo è un referendum per il governo. Nessuno vuole trascurare che alcuni passaggi assumono un valore di rilievo, da non trascurare, però dire che è un referendum per il governo secondo me è profondamente sbagliato, per quanto riguarda proprio il nostro assetto ordinamentale”. Al di là delle dichiarazioni, è però evidente a tutti che le Regionali calabresi ed emiliane rappresentano un punto di svolta per il Movimento e per l'esecutivo.

Ne è consapevole il presidente della Camera Roberto Fico, che invoca una presa di coscienza: "Di elezioni regionali ne abbiamo fatte tante, ce ne sono e ce ne saranno ancora, ma quello che urge è un momento di riflessione importante sull'organizzazione, sui temi, sull'identità e sul posizionamento generale nel futuro di questo Movimento. Dobbiamo farlo, è urgente, non si può rimandare"

La rivolta contro Di Maio ormai sembra incontenibile, come dimostra anche l'attacco di Roberta Lombardi: "Facciamo votare a Rousseau se andare in coalizione, il ruolo del capo politico singolo ha fallito".

Le premesse, insomma, non promettono nulla di buono, perché la scelta di correre in entrambe le regioni, decretata ieri dal voto degli iscritti su Rousseau, rischia di infilare il Movimento in un vicolo cieco. In Emilia-Romagna, innanzitutto, dove la presenza solitaria dei 5 stelle rischia di togliere consensi al Pd e di comprometterne la battaglia contro il centrodestra.

Non meno grave la situazione in Calabria. Qui il Movimento ha ufficializzato la candidatura del giovane docente dell'Università della Calabria, Francesco Aiello, che si è preso qualche giorno di tempo prima di sciogliere la riserva. Probabile che alla fine dirà di sì, ma il contesto in cui si muoverà è più frastagliato di quanto possa immaginare.

Il Movimento calabrese è letteralmente balcanizzato. Malgrado il plebiscito a favore del 'no' – il 70% degli iscritti si è espresso a favore della partecipazione alle elezioni –, molti parlamentari erano favorevoli al disimpegno e dunque al ritiro del simbolo in occasione del voto. Tra loro c'era un big regionale e nazionale come Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, forse uno dei primi a sostenere che il Movimento dovesse stare fermo un giro. Più o meno dello stesso avviso anche la deputata Federica Dieni.

I dubbi e le perplessità sono diffusi: tanti altri parlamentari e attivisti sono convinti che il Movimento non sia abbastanza strutturato nel territorio per affrontare una battaglia come quella delle Regionali, dove servono candidati forti e in grado di ottenere migliaia di preferenze personali.

In più, e non è un dettaglio trascurabile, in Calabria la soglia di sbarramento, per i partiti che non si presentano in coalizione, è fissata all'8%. Difficile, allo stato attuale, che il M5s – che qui non ha mai avuto un consigliere regionale – possa centrare l'obiettivo.

La missione sarebbe più abbordabile se il Movimento facesse parte di una coalizione (servirebbe il 4%). Sia Di Maio, ieri, sia il coordinatore Paolo Parentela, oggi, hanno però ribadito che non ci sarà alcuna alleanza con il Pd, ma si ricorrerà a imprecisate liste civiche.

L'impresa sembra dunque improba. Anche perché i 5 stelle calabresi non sembrano troppo uniti. Lo dimostra la posizione di Dalila Nesci, da tempo in rotta di collisione con Di Maio. La parlamentare ha avanzato la sua autocandidatura, ma è stata bloccata dal capo politico perché le regole del Movimento non consentono il doppio impegno. E oggi, una volta comunicata la designazione di Aiello, Nesci ha fatto intendere che non si impegnerà più di tanto nella campagna elettorale. "A maggioranza – ha spiegato la deputata – i colleghi parlamentari calabresi hanno proposto come candidato a presidente il docente universitario Francesco Aiello, figura rispettabile e che non ho alcuna intenzione di denigrare o indebolire. Anzi gli faccio gli auguri e un in bocca al lupo. Io ho espresso una linea politica differente, precisa che merita altrettanto rispetto, visto che parte da lontano e per motivi ben precisi, che il voto di ieri ha ben palesato”.

Di Maio non può certo dormire sonni tranquilli. Il capo politico ha annunciato che lunedì mattina sarà in Calabria e nel pomeriggio in Emilia: "Iniziamo.

Io come tutti gli altri ci mettiamo al servizio del progetto. Non so quanto prenderemo in queste Regioni, ma lavoreremo per mettere qualche consigliere regionale nei Consigli". Al momento, in Calabria, sembra remota anche questa possibilità.

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