Regno Unito, ora è crisi: crollano sterlina e listini. Truss già nella bufera

Moneta ai minimi storici. La Banca centrale: ora un piano d'emergenza. Labour contro la premier

Regno Unito, ora è crisi: crollano sterlina e listini. Truss già nella bufera

«Non esiteremo a innalzare i tassi d'interesse quel tanto che serve per riportare l'inflazione al 2 per cento». L'annuncio della Banca d'Inghilterra, teso a gettar acqua sul fuoco, è giunto nel tardo pomeriggio, dopo una lunga giornata di tormenti e indiscrezioni. Il piano economico del governo Truss non piace ai mercati. La mini manovra finanziaria annunciata la scorsa settimana dal ministro delle Finanze Kwasi Kwarteng ha provocato un crollo verticale nella sterlina che ha raggiunto i minimi storici. Ieri, dopo che il Cancelliere dello Scacchiere aveva appena promesso nuovi tagli delle tasse privi di copertura oltre al pacchetto di 45 miliardi illustrati venerdì scorso, la moneta nazionale ha perso quasi il 5% sui mercati asiatici ed è scesa a 1.03 sul dollaro, prima di guadagnare qualche punto dopo l'annuncio della Banca d'Inghilterra.

Un blando effetto calmiere, sostenuto anche dall'annuncio quasi contemporaneo dello stesso Kwarteng in cui, sempre ieri, il ministro dichiarava che il 23 novembre verrà spiegato nel dettaglio il piano fiscale di medio termine che dovrebbe essere in grado di arrestare la scalata del debito pubblico. La turbolenza monetaria però, sembra ben lungi dall'essere domata - anche con l'euro si assiste ad una discesa di quasi il 3% rispetto a venerdì - e ha raggiunto livelli di volatilità ben peggiori di quelli visti dopo il referendum sulla Brexit. Soprattutto, questi rischiano di rivelarsi assai più duraturi con conseguenze pesantissime sul costo della vita dei cittadini britannici. L'indice FTSE-100 della Borsa di Londra ieri aveva perso l'1,4% per poi risalire a -0,77% portando il calo dall'inizio dell'anno a -25%. A preoccupare alcuni analisti è anche il silenzio del governo che ieri non ha voluto commentare in alcun modo il giro di montagne russe a cui è stata sottoposta ieri la sterlina.

La nota diffusa da Bank of England parla chiaro: stiamo monitorando da vicino gli sviluppi dei mercati finanziari - recita - nelle scorse settimane il Governo ha fatto alcuni importanti annunci. «Il ruolo della politica monetaria è di assicurare che la domanda non superi l'offerta in modo tale da aumentare il livello dell'inflazione nel medio termine». Un commento, ritenuto da molti analisti fin troppo tiepido nei confronti di un esecutivo che appare spericolato nella gestione delle sue finanze. Circolano però anche voci insistenti sulla possibilità che il governatore Andrew Bailey sia già pronto ad annunciare un ulteriore aumento dei tassi d'interessi, portandoli dall'attuale 2.25 al 3%, prima di rialzarli ulteriormente nell'incontro del prossimo novembre.

Il mercato immobiliare, da sempre specchio dell'economia del Paese, rileva una situazione preoccupante. L'aumento dei tassi d'interesse sta già provocando una discesa nei prezzi degli immobili la cui velocità potrebbe subire un'accelerazione devastante quanto improvvisa. E ieri, molte tra le più importanti società di prestiti immobiliari come Halifax, Virgin Money e Skipton Building Society hanno risposto alla turbolenza dei mercati, sospendendo i loro nuovi prodotti. Sebbene il governo di Liz Truss abbia espresso l'intenzione di proseguire per la sua strada è ovvio che le cose per l'esecutivo non si mettono bene.

Ne approfitta il Labour che dal congresso annuale di Liverpool critica aspramente l'azzardo dei Conservatori. «Liz Truss e Kwasi Kwarteng si stanno comportando come degli scommettitori disperati in un casinò», ha tuonato ieri il cancelliere ombra Rachel Reeves.

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