Roma - L'appuntamento è per domani, alle 14. I vertici Rai si presenteranno in commissione di Vigilanza per illustrare il piano editoriale dell'azienda di viale Mazzini, ma l'attesa è tutta per capire se in mattinata Antonio Campo Dall'Orto, atteso dal cda, avrà già portato a termine il blitz per azzerare le voci critiche con Renzi in Rai.
Il «piano» è noto. Nel mirino c'è finita la direttrice del Tg3, Bianca Berlinguer, mai tenera con il giovane premier. Il suo destino è segnato. Con il referendum autunnale che incombe, Palazzo Chigi non può permettersi di non avere una grancassa mediatica perfettamente accordata, e così Renzi si è portato avanti con il lavoro, caldeggiando con Campo Dall'Orto l'immediato avvicendamento dei direttori, o almeno di alcuni, per dribblare le polemiche in caso di rimozioni troppo smaccatamente connesse al referendum costituzionale.
Insomma, un siluro per Bianca mascherato da ordinaria amministrazione. Con tanto di applausi per il new deal risparmioso, magari, visto che in tempi di polemiche al calor bianco per gli stipendi d'oro (online) in Rai, i rumors per i nuovi direttori parlano di scelte esclusivamente interne. Al Tg1, per esempio, Mario Orfeo dovrebbe essere confermato. Al Tg2 dovrebbe invece lasciare Marcello Masi, e in pole per la successione c'è la sua vice, Ida Colucci. La casella chiave, però, è quella del Tg3, dove il premier non vuol più vedere la Berlinguer. Al suo posto potrebbe arrivare Maurizio Mannoni, mentre sembra tramontata l'ipotesi di un ritorno di Antonio Di Bella.
L'importante però è fare presto, confidando magari nell'effetto-sordina garantito dal clima agostano e nella distanza fisica di Renzi - in decollo proprio domani a Rio per le Olimpiadi - da Roma, che il premier spera di usare come diluente per le accuse di epuratore, insieme al sospetto, fatto circolare in questi giorni, che a muovere i fili del giro di valzer alle direzioni non sia Matteo ma proprio il dg Campo Dall'Orto, ansioso di distrarre l'opinione pubblica dal suo ricchissimo stipendio finito negli ultimi giorni in prima pagina su tutti i quotidiani.
Un problema però c'è, a prescindere dal cui prodest, ed è appunto la convocazione dei vertici da parte della commissione di Vigilanza. Che ha precisato, anche per bocca del vicepresidente dem Francesco Verducci, di aspettarsi che Campo Dall'Orto e Maggioni si presentino per illustrare il piano editoriale, rimandando insomma le nomine a un successivo consiglio di amministrazione. Se invece il dg arrivasse in commissione con le nomine già in tasca, si certificherebbe la forzatura dettata da altri interessi, qualcosa in più che un semplice sgarbo istituzionale. Allo stato, quello che è certo è che è in atto un'accelerazione evidente per avvicendare le poltrone. Le nuove nomine per le direzioni dei tg sono state infatti inserite all'ordine del giorno del cda di domani. Se i vertici andranno avanti nell'operazione, decidendo di concludere il blitz, si dovrebbe sapere oggi. Perché i curricula dei candidati vanno depositati 24 ore prima del cda, che come detto è in calendario domani alle 9.30.
Agosto o no, pur senza girotondi di protesta per reclamare la pluralità dell'informazione, in tanti sollevano dubbi sull'opportunità dell'epurazione. E il senatore azzurro Maurizio Gasparri che avverte il cda: «Potrà occuparsi del piano editoriale, non certo delle nomine, perché i nomi sono conseguenza anche del piano».
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