Renzi alla carica su Bankitalia. E Berlusconi difende Draghi

Il segretario dem accusa sui mancati controlli. Il Cav: "Da irresponsabili coinvolgere il presidente della Bce"

Renzi alla carica su Bankitalia. E Berlusconi difende Draghi

L'ultimo pretesto offerto a Matteo Renzi per tornare a picchiare duro contro Bankitalia e Consob arriva da un retroscena pubblicato sabato scorso sul quotidiano La Stampa, secondo il quale sarebbe stato il caso Etruria a raffreddare, fino allo scontro frontale culminato con la mozione di sfiducia del Pd, i rapporti tra il leader del partito democratico e il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.

Tutto falso per l'ex premier, che invia una lunga e puntuta replica al giornale torinese per smentire quella ricostruzione, derubricata a «versione unilaterale di Banca d'Italia», proprio nello stesso giorno in cui sullo stesso argomento entra indirettamente in rotta di collisione con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che in un'altra intervista difende invece per la prima volta apertamente l'attuale presidente della Bce, Mario Draghi, che se pure ufficialmente non è nel mirino della sinistra, rischia di rimanere impigliato in commissione banche nel suo operato quando era governatore prima di Visco e di essere raggiunto dal fango anche a Francoforte.

Renzi, invece, concentrato più che mai a non tradire l'approccio populista degli ultimi tempi, va al contrattacco di Banca d'Italia e Consob, ribadendo che «non hanno garantito un sistema di controlli efficiente». Da questa constatazione, non da «presunte difficoltà istituzionali» riconducibili ad un suo ipotizzato risentimento nei confronti di Visco per le vicende di Banca Etruria, deriverebbe il suo giudizio politico negativo sulla gestione degli organismi di vigilanza. Il commissariamento dell'istituto bancario aretino, del quale Renzi sostiene essere stato informato per tempo dagli organi competenti smentendo la mancanza di collaborazione con la Banca d'Italia di cui si parlava nel retroscena de La Stampa, secondo l'ex premier viene «usata come comodo alibi per azzerare ogni critica» sulla vigilanza di via Nazionale e Consob. È lì invece che vanno cercate le responsabilità delle crisi bancarie, come il segretario dem non si stanca di ripetere da quando a metà ottobre ha presentato alla Camera una mozione per chiedere di non riconfermare l'incarico al governatore Visco, irritando il Quirinale e dando luogo ad uno scontro senza precedenti tra il partito democratico e Palazzo Koch che si è risolto alla fine con la riconferma del governatore per altri sei anni decisa dal premier Paolo Gentiloni. Decisione dalla quale Renzi ha sempre preso le distanze, senza smettere mai di attaccare i controllori che non hanno controllato. Ricordandolo ancora una volta nella lettera («I primi segnali che vengono dalle sedute della commissione d'inchiesta rafforzano questa valutazione») e andando in direzione opposta alla via tracciata dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che proprio ieri in un'intervista al Quotidiano Nazionale, cerca di mettere a tacere le polemiche su Draghi: «Coinvolgere il presidente della Bce è davvero da irresponsabili. È l'uomo che con le sue politiche ha contribuito a stabilizzare l'economia italiana e probabilmente ha salvato l'euro in questi anni», dice l'ex premier. Poi un affondo diretto a Renzi: «Vedo un tentativo di usare la questione banche a scopi elettorali, da diverse parti.

Non è così che si dovrebbe trattare un tema tanto delicato, una vicenda che ha messo a rischio e in tanti casi ha danneggiato o distrutto i risparmi degli italiani. Gettare la colpa in modo indiscriminato sul sistema bancario, o su Bankitalia o sulla Consob, non soltanto è sbagliato, ma non serve a capire chi sono i veri responsabili né a punirli».

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