Roma - L'impero del web ha definitivamente seppellito il rispetto del silenzio elettorale. Nell'era dei social la massa degli elettori è intrappolata nella rete giorno e notte mentre la legge che impone di non fare propaganda nelle 24 ore che precedono il voto, e che dunque dovrebbe dettare le regole di comportamento, è stata aggiornata nel 1975. Decisamente obsoleta. Quindi di fatto il web è una terra di nessuno ed i social sono acque extraterritoriali dove si scorrazza in piena libertà.
Ecco che quindi il primo a dare il buon esempio è proprio il premier Matteo Renzi che, pochi minuti dopo la mezzanotte di venerdì, ha rilanciato sulla sua pagina Facebook l'intervista con Enrico Mentana con l'appello per il Sì, accompagnandola anche con l'hashtag bastaunsi. Un gesto che non viola formalmente la legge, certo, ma insomma non è proprio politically correct. E infatti i primi a commentare il gesto sul social criticano appunto il mancato rispetto del silenzio elettorale da parte del premier. Si, certo, in rete non vale però, fanno notare in molti, dopo mesi di onnipresenza su tutte le televisioni «con la tripla funzione di primo ministro, segretario di partito e primo sostenitore del Si» un po' di silenzio sarebbe stato gradito.
Con il buon esempio offerto dal premier non c'è da stupirsi se a quel punto sia proseguita tranquillamente la propaganda selvaggia da parte di entrambi i fronti sul web. Non solo. Entrambi i fronti si sono scambiati la reciproca accusa di aver violato per primi il silenzio elettorale mentre va riconosciuto che il primato spetta al Presidente del Consiglio.
Sulla pagina Facebook del Comitato per il No è stato pubblicato nella mattinata di ieri un video dove il vicepresidente del Comitato, l'avvocatessa Anna Falcone, invitava appunto a votare No. La Falcone è una delle punte di diamante del movimento per il No ed a quel punto i renziani si sono scatenati gridando allo scandalo, insomma come al solito dipende da chi le viola le regole secondo la legge del Marchese del Grillo.
Antonio Funiciello, presidente del Comitato nazionale Basta un si ha twittato indignato: «Comitato No rompe il silenzio sul web. È liberi tutti per proseguire campagna». Funiciello ha accusato il Comitato per il No di aver postato il video della Falcone sulla pagina Facebook determinando così «la violazione del silenzio imposto alla vigilia del voto». Dunque sorge il sospetto che Funiciello non segua Renzi su Facebook altrimenti si sarebbe accorto che il primo ad ignorare il silenzio elettorale era stato proprio il premier.
Anche M5S comunque ha proseguito la sua campagna a favore del No sui social. Particolarmente attivo Luigi di Maio con lo slogan: Domani, la soluzione è NO. #iodicoNO.
Intanto Fabio Rampelli, Fdi componente della commissione di
Vigilanza della Rai denuncia che ieri il Tg1 «in pieno silenzio elettorale ha mandato in onda una scheda esplicativa che presentava i vari quesiti in maniera tendenziosa con il risultato di orientare gli elettori verso il Sì».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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