Lo scontro tra Italia e Francia sul dossier migranti imbarazza Matteo Renzi e Carlo Calenda. I due leader del Terzo Polo giocano, con un po' di fastidio, tra Italia e Europa una doppia partita. In Italia, Renzi e Calenda flirtano con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per strappare una poltroncina. In Europa, i due senatori sono alleati del presidente francese Emmanuel Macron nel gruppo Renew Europe. Al punto da averlo «eletto» come padre dei riformisti. Calenda, con grande timidezza, ha provato a rompere il fronte pro Macron: «Dalla Francia atteggiamento inqualificabile». Senza però rinunciare a rifilare una frecciatina al governo: «Dal Viminale sceneggiata».
In un altro tempo Calenda avrebbe urlato contro Meloni: «Irresponsabile, populista, sovranista». Oggi usa toni democristiani. Il leader di Azione cerca di stare con due piedi in una scarpa. All'orizzonte c'è l'elezione dei componenti laici del Csm e dei presidenti di Copasir e Vigilanza Rai. E dunque non vuole turbare il presidente del Consiglio, sperando di incassare qualche incarico per la sua area politica.
Anzi, Calenda cerca di spostare l'attacco contro il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: «Il problema politico più rilevante per il governo e per l'Italia è Salvini. Frasi da ultrà al bar, proclami vuoti e roboanti, fanfaronate con i francesi, lavoro concreto inesistente. Al Governo o in vacanza al Papeete per lui è la stessa cosa. Per noi no».
Stesso discorso per Renzi che sul conflitto tra Italia e Francia non si schiera. In Europa i due eurodeputati Giosy Ferrandino e Nicola Danti sono nel gruppo Renew Europe guidato dal macroniano Stéphane Séjourné.
Con chi stanno Renzi e Calenda? Macron? Meloni? Non si schierano. Giocano una doppia partita. In due tempi. Oggi in Italia al fianco di Meloni. Domani in Europa con Macron. Cosa sperano di ottenere i due leader del Terzo Polo dalla posizione ambigua? Renzi vorrebbe incassare, con la manina del centrodestra, la presidenza della commissione di Vigilanza Rai. Il nome renziano è quello di Maria Elena Boschi.
Calenda non sarebbe d'accordo e preferirebbe un altro nome in quota Azione. Al momento il Terzo Polo non avrebbe alcuna chance. La Rai andrebbe ai Cinque stelle, il Copasir al Pd. Però l'aiutino del centrodestra potrebbe favorire il blitz. Capovolgere le previsioni. Il Terzo Polo punta anche a una poltrona al Csm: il 13 dicembre il Parlamento in seduta comune si riunirà per eleggere i componenti laici.
I renziani sperano nella sponda meloniana per acciuffare un nome di area. La Giustizia è terreno molto sensibile per Renzi. Aprire ora uno scontro con il capo dell'Esecutivo e leader del centrodestra potrebbe rivelarsi una mossa sbagliata.
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