Di nuovo Matteo Renzi contro la gestione della pandemia da parte dell'ex commissario all'emergenza Domenico Arcuri. Di nuovo la richiesta di una commissione d'inchiesta che faccia luce sugli appalti Covid. Il leader di Italia Viva evoca «mazzette», fa il paragone con Tangentopoli e attacca: «Un paese civile fa una commissione di inchiesta sulla più grande ecatombe italiana e sulla centrale di acquisti per l'emergenza Covid. Se non sono girate mazzette c'è quasi da chiedersi perché - ha detto ancora all'ultima presentazione del suo libro -. Noi non dobbiamo parlare di Cina, ma capire se qualcuno ha mangiato in Italia sulla pandemia». Invece, almeno per ora, si parlerà solo di Cina. Perché la commissione parlamentare d'inchiesta sul Covid si dovrebbe occupare - come è stato stabilito dagli emendamenti approvati in commissione Affari costituzionali - solo dei fatti avvenuti prima del 30 gennaio 2020, giorno della dichiarazione dell'emergenza da parte dell'Oms. E solo della «congruità delle misure adottate dagli Stati in cui il virus si è manifestato inizialmente per evitare la propagazione nel mondo». Cioè la Cina. Resterebbero fuori dal faro, dunque, non solo i provvedimenti della task force istituita dal governo e del Comitato tecnico scientifico, non solo la mancata attivazione del piano pandemico - fronti su cui indaga la Procura di Bergamo - ma verrebbe esclusa anche la gestione degli appalti pubblici per il reperimento dei dispositivi di protezione individuale e delle attrezzature mediche. Si tratta di procedure di acquisto svolte sia tramite gare che con affidamenti diretti, come consentito per legge dai poteri straordinari conferiti al commissario.
Renzi chiede si faccia luce soprattutto sulla maxi commessa da 1,2 miliardi di mascherine acquistate tra marzo e aprile 2020 dalla struttura all'emergenza di Arcuri da tre aziende cinesi per il tramite di alcuni intermediari. Mediatori che hanno ottenuto provvigioni milionarie dalla Cina per quell'affare, su cui c'è un'inchiesta aperta della Procura di Roma. «Ritengo - aveva già detto Renzi - che ci siano state delle provvigioni, dei giri di denaro pazzeschi. I numeri di Tangentopoli erano più bassi». E ancora, mette nero su bianco nel suo libro: «Singoli individui avrebbero lucrato un enorme vantaggio economico da una situazione di disperazione del Paese. Chi sono queste persone? A che titolo hanno ricevuto questi denari?».
Secondo il leader di Iv la commissione dovrebbe occuparsi anche delle forniture di banchi a rotelle e di «ventilatori cinesi malfunzionanti, ma garantiti da Massimo D'Alema». Si riferisce all'acquisto, nel primo periodo dell'emergenza, di 140 ventilatori in Cina da parte della Protezione Civile con l'aiuto dell'ex premier - in questo caso non c'è stata alcuna provvigione - e che poi sono stati «sospesi» dalla Regione Lazio perché privi del marchio Ce.
Per ora però le richieste di Renzi restano inascoltate.
Fratelli d'Italia ha già dato battaglia contro gli emendamenti che non consentiranno alla commissione d'inchiesta sul Covid di indagare anche questi fatti, ma solo sul periodo antecedente l'esplosione della pandemia: «Una vera e propria farsa - aveva detto Giorgia Meloni - per impedire di indagare le zone d'ombra e le responsabilità politiche di quanto avvenuto. È uno schiaffo alle vittime della pandemia e ai loro familiari». Familiari che parlano di «scempio» e che sabato scenderanno in piazza a Bergamo per protesta.
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