La guerra psicologica, la partita a scacchi sulle conseguenze della crisi è ormai entrata nel vivo. Se da una parte la frenetica ricerca di «responsabili» da arruolare nella nuova maggioranza in technicolor di Giuseppe Conte sembra essersi arenata e finita in un vicolo cieco, sull'altro fronte Matteo Renzi scommette sulla tenuta dei suoi parlamentari e sulla loro capacità di resistere alle lusinghe. L'ex rottamatore si chiude nel silenzio e attende che di fronte allo spettro delle elezioni l'ala del Pd favorevole a una ricucitura convinca la leadership del partito a riaprire il dialogo. I tempi, però, al momento non sembrano maturi. La giornata è segnata, infatti, dall'intervista di Goffredo Bettini che detta una linea all'insegna del no a oltranza ai renziani e dalle parole di Andrea Orlando per il non ci sono i «presupposti politici per percorrere questa strada». «Se il disegno di Italia Viva è l'omicidio politico del Pd si può fare un pezzo di strada insieme con chi cerca di ucciderti?». Tutto questo mentre Conte continua la sua ricerca di sostegno fuori e dentro il Parlamento («non è il momento per la crisi», dice il segretario della Cgil Maurizio Landini, raccontando a L'ospite di SkyTg24 il suo incontro con il premier).
Il contraltare in questo crepitare di messaggi incrociati sono le parole di Mariana Madia che incarna la posizione di chi non si ritrova nella logica del «O Conte o voto». «Non è verosimile proseguire a lungo - sostiene l'esponente dem - con l'attuale situazione parlamentare: un gruppo eterogeneo di deputati non fa una forza politica, a prescindere dai numeri e dalle alchimie ipotizzabili. Se Conte non dovesse farcela le scelte del Pd non si possono risolvere a colpi di dichiarazioni». L'invito, insomma, è a valutare la nascita di un nuovo governo invece di rischiare di finire invischiati nelle sabbie mobili dei veti incrociati.
In questa partita di poker, naturalmente, da entrambe le parti si fa un ampio uso di bluff e controbluff. Renzi rassicura i suoi - «vedrete che prima o poi ci richiameranno» -, pubblica foto sorridenti dei suoi gruppi parlamentari. Al contempo nelle file degli esponenti di Italia Viva serpeggia, però, il timore per la nascita di gruppi alternativi. L'ex presidente del Consiglio invita alla calma, ma è chiaro che non aiutano neppure gli ultimi sondaggi che danno Iv sotto il 3% e quindi fuori dal Parlamento in caso di voto. Ci sono poi le voci fatte spesso circolare ad arte per destabilizzare il fronte avversario, come testimoniano le smentite ai possibili addii. «Continuo a vedere il mio nome sui giornali tra coloro che sarebbero in procinto di lasciare Iv. Ormai siamo al gossip politico: non so a quale numero di smentite siamo arrivati io e i miei colleghi. In ogni caso: io non solo confermo che resto con Matteo Renzi ma dichiaro che non mi è mai passato per la testa di cambiare casacca. Ognuno ha la sua storia, il mio partito è la mia» dichiara la senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini.
Quel che è certo è che la maggioranza ha preso tempo rinviando a giovedì il voto sulla relazione del ministro Alfonso Bonafede e se l'ex premier confermerà l'intenzione di votare no, il governo andrà sotto. A meno che proprio quel giorno non si palesino i nuovi costruttori.
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