Commissario della sanità calabrese, responsabile del piano Covid regionale a sua insaputa. Saverio Cotticelli è il caso del giorno. Tanto che si attende già per le prossime ore la nomina del suo sostituto, dopo le dimissioni presentate ieri pomeriggio al ministro della Salute Roberto Speranza e al titolare dell'Economia Roberto Gualtieri. Troppo forte l'impatto mediatico dell'intervista andata in onda venerdì su Rai3, durante il programma Titolo V. Il giornalista chiede prima perché la Calabria sia stata indicata come zona rossa. «Non lo so», risponde Cotticelli. Che non sa nemmeno quanti siano i posti di terapia intensiva attivati nella regione. «Li abbiamo raddoppiati», dice. «Sta dicendo che i posti in terapia intensiva oggi sono 214?», incalza il cronista. «No, sono 150 già attivati ma siamo pronti ad implementarli ancora, adesso non mi ricordo esattamente il numero», la replica zoppicante. Il siparietto grottesco prosegue con l'entrata in scena di una certa «Maria», che sarebbe Maria Crocco, il sub-commissario. «Marì, quante terapie intensive abbiamo attivato?», chiede spaesato il commissario. «Non ne hai attivati, quelli che hai previsto nel piano», risponde Crocco. Segue il rumore della porta che sbatte. Poi interviene un altro uomo che parla di «55 posti letto di terapia intensiva attivati per un totale di 161». L'anonimo però specifica: «Io faccio l'usciere».
Questo è il finale di un'intervista in cui Cotticelli ribadisce all'inizio di non essere il responsabile del piano Covid per la Regione Calabria, quindi dice di aver chiesto al ministero della Salute a chi spettasse realizzare il piano, infine recupera la risposta del ministero, datata 27 ottobre, e ammette: «Dice che nelle Regioni sottoposte a piano di rientro e commissariate il potere/dovere di predisporre e adottare il programma operativo Covid-19 compete esclusivamente alla struttura commissariale». Responsabile del piano Covid, ma a sua insaputa. Prima dell'ammissione ancora un'intrusione del sub-commissario Crocco: «La devi finire, tu devi andare preparato quando vai in televisione». Una figuraccia che è costata il posto a Cotticelli, dopo che il servizio televisivo è rimbalzato sui social durante tutta la giornata di ieri, provocando la reazione indignata della politica. «Il commissario per la sanità in Calabria Saverio Cotticelli va sostituito con effetto immediato», dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Che annuncia: «Voglio firmare il decreto già nelle prossime ore». Ma era stato lo stesso Conte, ai tempi del governo con la Lega, a nominarlo come commissario ad acta della sanità calabrese a gennaio 2019. Cotticelli è un ex generale dei Carabinieri di 69 anni, originario di Castellammare di Stabia, provincia di Napoli. Era stato voluto da Giulia Grillo, ministro della Salute in quota M5s. Una garanzia di «legalità» per l'allora ministro grillino, la personalità ideale per rimettere sulla retta via la sanità calabrese, in gestione commissariale da ben undici anni. Speranze stroncate da una brutta figura trasmessa in prima serata. Un'intervista in cui Cotticelli non ne ha azzeccata nemmeno una.
Dal numero dei posti di terapia intensiva alla responsabilità del piano operativo regionale Covid. Solo su un punto il commissario la dice giusta. Quando, davanti al giornalista, confessa: «Quindi il piano avrei dovuto farlo io, già a giugno scorso? Domani mattina mi cacceranno per questo». Detto fatto.
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