Riforma del salva-Stati, Gualtieri: "Non si tocca". Ed è rissa alla Camera

Il ministro scavalca il Parlamento sul Mes Bagarre Lega-Pd. Meloni: «Alto tradimento»

Riforma del salva-Stati, Gualtieri: "Non si tocca". Ed è rissa alla Camera

Il trattato sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (il Mes o Fondo salva-Stati) verrà firmato «a febbraio, probabilmente le ratifiche successivamente, quindi la pausa per riflettere già c'è», ma «il testo è concordato e se chiedete se è possibile riaprire il negoziato vi dico che secondo me no, il testo del trattato è chiuso». Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, in audizione in commissione Finanze del Senato, ha sostanzialmente deluso le speranze dell'opposizione e dell'M5s (riluttante circa la sottoscrizione tout court della riforma) spiegando che «non c'è negoziato sul testo e tutti gli altri paesi considerano la questione chiusa».

L'intransigenza di Gualtieri ha scatenato la bagarre, non in commissione ma nell'Aula di Montecitorio dove Lega e Fdi hanno chiesto una immediata informativa del presidente del Consiglio visto che si dà la riforma, soggetta comunque al voto del Parlamento, come cosa fatta. Il piddino Piero De Luca ha accusato il Carroccio di corresponsabilità e così il deputato bergamasco Belotti si è buttato a capofitto verso i banchi dem rompendo una sedia. Qualche «contatto» tra deputati c'è stato. Il presidente Fico ha sospeso la seduta e, incalzato dal capogruppo Fdi Lollobrigida, ha ottenuto un'informativa a breve del governo. «Vogliamo sapere se Conte ha pagato con il sangue degli italiani cambiali alla Francia e alla Germania, che servivano per mantenere il suo posto di presidente del Consiglio», ha attaccato Giorgia Meloni, leader di Fdi, che già aveva accusato il titolare del Tesoro di «alto tradimento». Il capogruppo di Fi a Monetcitorio, Mariastella Gelmini, ha auspicato che «il governo si fermi, coinvolga il Parlamento e venga riaperto il negoziato: non si scherza con i risparmi degli italiani».

Gualtieri, che per tutta la giornata ha parlato di «riforma perfetta», è stato così costretto alla retromarcia. «Il testo della riforma del Mes non è firmato e le polemiche sono pretestuose, ma sarebbe ,eglio concentrarsi su altro».

La questione politica nasce da una tecnicalità sulla quale gli addetti ai lavori sono divisi. Il ministro Gualtieri - e prima di lui l'ex componente del board Bce Lorenzo Bini Smaghi e l'economista ella Bocconi Roberto Perotti - sostiene che il controverso backstop (linee di credito precauzionali per la risoluzione delle banche dissestate) preveda la possibilità che il Mes chieda agli Stati in cambio il rispetto della regola del debito, eventualmente sollecitandone la ristrutturazione. Non si tratterebbe, dunque di un automatismo e nulla cambia rispetto al passato.

Secondo i critici, tra i quali si annoverano il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e l'ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, tale ipotesi è già di per sé in grado di scatenare il panico, soprattutto se, su spinta tedesca, i titoli di stato detenuti dalle banche non fossero più considerati titoli privi di rischio.

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