Vittorio Sgarbi per Rinascimento e Francesco Giubilei per Nazione Futura hanno firmato un appello sul Corriere della Sera, chiedendo al centrodestra di ricordarsi della cultura in vista delle ormai imminenti elezioni politiche. Abbiamo intervistato in merito il noto critico d'arte.
Avete citato il gramscismo. Uno dei luoghi in cui il fenomeno si manifesta è la scuola. Che tipo di scuola dovrebbe voler edificare il centrodestra?
«Non esiste una riforma della scuola. L'unica riforma della scuola sono i bravi insegnanti, che non vanno considerati come rappresentanti di una cultura marginale che serve a lasciare i figlia a scuola ma come portatori di un mondo di valori. Poi bisognerebbe intervenire sulla televisione, creando un collegamento tra quello che viene insegnato o non viene insegnato a scuola e quello che viene mostrato in Tv, che proprio come un quadro ha un'immagine».
Il vostro appello riguarda anche le candidature.
«Il segnale che ci auguriamo - anche con il matrimonio tra Rinascimento e Noi per l'Italia, per cui c'è ancora qualche ora di tempo - è che il centrodestra ponga al centro i valori della cultura. L'idea di Rinascimento è proprio questa. Esistono personalità che andrebbero tenute in considerazione. Penso a Sossio Giametta, a Geminello Alvi e a Giordano Bruno Guerri: portatori di pensieri laterali che andrebbero portati al centro. Nulla è più concreto del patrimonio artistico: questo vale anche per scelte da compiere per il Parlamento».
Avete posto anche il tema dell'ambiente.
«Abbiamo distrutto l'Italia con l'edilizia selvaggia: una catastrofe che dovrebbe essere cancellata. Adesso però ci troviamo dinanzi ad un altro pericolo: quello che può succedere attraverso l'ideologia ecologista. Non c'è bisogno di distruggere i campi per il fotovoltaico: esistono altri spazi, come quello tra le corsie autostradali. Oggi Elon Musk ha inventato dei pannelli che potrebbero essere preferiti agli orrori con cui distruggiamo le coltivazioni. Il centrodestra parla di energia alternativa ma non chiarisce il perimetro degli interventi. Si pensi alla campagna romana: tutta la pittura del settecento e dell'ottocento è legato alla campagna romana».
Lei, qualche anno fa, ha scritto un libro sul legame tra la bellezza e la Costituzione.
«Con Michele Ainis. Un nome che negli ambienti del centrodestra dovrebbe circolare e sul quale il centrodestra dovrebbe poter contare. Sarebbe perfetto per il Parlamento ma anche per un ministero.
In ogni caso, nel libro veniva proposta una riforma della Costituzione. L'art.1 doveva, assieme al concetto di lavoro, basarsi anche sulla bellezza. Perché l'Italia è fondata sulla bellezza. Poi l'introduzione di un diritto: quello alla creatività. Ne abbiamo tutti diritto».
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