Riscossione flop, inesigibile una cartella fiscale su due

Dal parere di Mef, tecnici e Corte dei Conti i dubbi sulla rottamazione-quinques

Riscossione flop, inesigibile una cartella fiscale su due
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Una cartella su due è impossibile da incassare, ergo la riscossione voluta dal centrosinistra «sia spontanea sia coattiva» in stile Vincenzo Visco, ha fallito. A certificarlo è l'Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb). Secondo la memoria letta dal «tecnico» Valeria De Bonis «a fine novembre 2024 il magazzino dei crediti affidati all'agente della Riscossione ha raggiunto oltre 1.865 miliardi (+36,5% rispetto a fine 2019)», pari a 291 milioni di singoli crediti contenuti in circa 175 milioni di cartelle. Con un riscosso ridicolo (pari a 178 miliardi, appena il 9,5%), per lo più singoli debiti di persone fisiche sotto i mille euro, e cartelle «con un più elevato grado di esigibilità» di appena 100,8 miliardi, «a dimostrazione di una limitata efficacia dell'azione coattiva».

In commissione Finanze al Senato si è discusso dell'indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale, uno screening voluto dal viceministro Fdi dell'Economia con delega alle Finanze Maurizio Leo (nella foto) prodromico all'ok del governo al disegno di legge che propone l'introduzione della rottamazione quinquies purché abbia un senso per i conti pubblici. Le cifre di Roberto Benedetti, presidente della Commissione analisi magazzino riscossione, sono leggermente diverse ma ugualmente drammatiche: «Al 31 gennaio 2025 su 1,273 miliardi non riscossi quelli con profilo di non riscotibilità sono pari a 537,75 miliardi», quasi il 50%.

Perché? La procedura di accertamento dell'inesigibilità è «complessa», ci sono troppe cartelle per importi ridicoli, le tempistiche degli adempimenti richiesti sono troppo lunghe, manca il discarico automatico dei crediti inesigibili. Secondo il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite in sede di controllo della Corte dei conti, Enrico Flaccadoro, l'accumulo delle cartelle sarebbe anche frutto dell'inadempimento «alimentato dalle ripetute rottamazioni, annullamenti, stralci e dilazioni, che rafforzano le aspettative di futuri abbattimenti o cancellazioni o rateazioni delle posizioni debitorie».

Da qui il sentiero troppo stretto per la rottamazione quinques, che verrebbe estesa alle cartelle al 31 dicembre 2023, con una rateazione fino a 120 rate senza interessi pur di evitare la perdita del beneficio, con «un vantaggio per i debiti bassi a fronte di un costo alto per l'Ente di riscossione», per cui sarebbe meglio la «graduazione del limite massimo». Altrimenti si tratterebbe di «una sperequazione ingiustificata», sottolinea il dg delle Finanze Giovanni Spalletta davanti al presidente leghista della commissione Massimo Garavaglia.

La quinques è sponsorizzata dalla Lega (il disegno di legge porta la firma del capogruppo Massimiliano Romeo e di Alberto Gusmeroli) e resta «tema oggetto di attenzione».

Altre «perplessità» riguardano il mancato pagamento delle rate (otto, non consecutive) che potrebbe «bloccare in maniera troppo estesa il ricorso alla procedura esecutiva», da cui sono già tagliati fuori gli aderenti alla quater. Spetta al Parlamento trovare un equilibrio diverso.

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