È tempo di pensare alle riaperture. Gli scienziati non hanno ancora finito di dire che, forse, abbiamo raggiunto il plateau della curva della terza ondata, che già i politici pensano alle riaperture. Salvini si appella alle parole del coordinatore del Cts Franco Locatelli che si è mostrato possibilista su «aperture ben ponderate in funzione dei numeri dell'epidemia».
«Serve un calendario per le riaperture - suggerisce il leader leghista - graduale e selettivo partendo dalle zone dove il virus è già sotto controllo, per permettere a imprenditori e commercianti di organizzare la ripartenza, e per dare agli italiani segnali concreti di rinascita e speranza». Nessuno dei membri del governo, però, si è ancora espresso nel merito. E ogni ragionamento è rinviato a mercoledì in sede di Consiglio dei ministri quando Draghi porterà al tavolo di Palazzo Chigi la bozza di un nuovo scostamento di bilancio. Forse in quella sede e comunque non prima di metà settimana si potranno avere le prime risposte a quanti, come il già citato Salvini ma anche Antonio Tajani (Fi), stanno chiedendo con urgenza di concedere le riaperture nelle zone più «sicure». E si parla anche di una data precisa: il 20 aprile. Il nuovo scostamento di bilancio potrebbe avvicinarsi ai 40 miliardi. Ben più degli 11 previsti per i ristori, con l'obiettivo già dichiarato di andare incontro alle esigenze delle imprese sul fronte della liquidità, prevedendo una moratoria sui prestiti per tutto il 2021. Non soltanto sussidi, quindi, ma soprattutto misure per far ripartire l'economia.
La prima misura, però, resta un'efficace campagna vaccinale. Se il ritmo di questi ultimi giorni viene confermato la prossima settimana, ci si può abbandonare a un cauto ottimismo. «Siamo fiduciosi in vista delle prossime settimane - commenta la ministra per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini -. Il piano vaccini del generale Figliuolo sta entrando nel vivo e le Regioni stanno dando risposte positive. La campagna di immunizzazione della popolazione è la chiave per ripartire». Le proteste dei ristoratori, però, restano uno degli allarmi più urgenti cui il governo è chiamato a dare tempestive risposte. «I sostegni servono - ribadisce la Gelmini -, e ne metteremo in campo altri per aiutare le categorie più colpite: ma i veri ristori saranno le riaperture. E la prospettiva del governo è quella di riaprire al più presto, anche a fine aprile». E il ministro per il Turismo Massimo Garavaglia si spinge oltre chiedendo anche un calendario preciso: «Per correre più veloci bisogna essere pronti. Devi dire adesso se e come quando ripartono le fiere, i congressi internazionali, le grandi strutture alberghiere. Le date servono per fare ripartire il sicurezza il settore, per non perdere tempo. Settore per settore bisogna dare la data di partenza».
Salvini, però, vuole di più e pensa sia necessario un nuovo «e più coraggioso» decreto Imprese «da almeno 50 miliardi». È l'ex segretario del Pd a rispondergli. «Salvini - commenta Nicola Zingaretti - ha condiviso le scelte del governo Draghi. La differenza è tra chi ha il coraggio di dialogare ma di assumersi responsabilità e la furbizia di chi gestisce il potere nel governo e poi va a fare demagogia nelle piazze».
Più pragmaticamente Forza Italia per voce del suo coordinatore nazionale Tajani chiede una verifica di governo.
«Proporremo - aggiunge Licia Ronzulli - di risarcire settori come la ristorazione, lo sport e l'agricoltura che non stanno lavorando. Nel frattempo vanno organizzate le riaperture dove i dati dei contagi lo consentono per aprire già nella prima settimana di maggio».
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