A quasi sei anni di distanza dal rinvio a giudizio, e dopo un numero incalcolabile di inciampi, si avvia alla conclusione il processo «Ruby ter» che vede Silvio Berlusconi imputato di corruzione in atti giudiziari. E nell'ultima udienza prima che la Procura pronunci la sua requisitoria arriva una deposizione che contribuisce a far sì che il difensore del Cavaliere, Federico Cecconi, mostri ottimismo sull'esito finale del processo-fiume. «Ci sono le condizioni - dice il legale - perchè Berlusconi venga assolto».
Accade che a prendere la parola per ultimo sia Luca Risso, già fidanzato di Kharima el Mahroug alias Ruby, anche lui accusato di corruzione - come la sua ex e come una serie di giovani ospiti delle feste ad Arcore - per avere mentito quando venne chiamato a testimoniare nei primi processi: come quando disse di avere letto effettivamente sul passaporto di Ruby il nome «Mubarak». Secondo l'inchiesta della Procura, avviata dopo la assoluzione di Berlusconi nel processo principale per prostituzione minorile, Risso sarebbe stato ricompensato per queste dichiarazione spartendo con la sua ragazza centinaia di migliaia di euro, utilizzati in buona parte per l'apertura di un pastificio in Messico.
Il comportamento processuale di Risso, soprattutto dopo la rottura della relazione con Ruby, è sempre stato un po' ondivago, tanto che la Procura ha sperato che - come alcune delle giovani imputate - dall'imprenditore arrivasse qualche ammissione. Invece ieri Risso si presenta in aula davanti al tribunale presieduto dal giudice Marco Tremolada, e si difende negando qualunque accordo sottobanco con il leader di Forza Italia. «Voglio negare - dice - i fatti contestati: non ho mai ricevuto soldi da Berlusconi o da Ruby». L'uomo ha dato una versione dei suoi rapporti con Kharima el Mahroug opposta a quella circolata negli anni scorsi, secondo cui buona parte degli averi della giovane sarebbero approdati nelle sue disponibilità: «Sono io che la mantenevo durante la nostra relazione», ha detto. I fondi utilizzati per creare il locale a Playa del Carmen, inaugurato nel 2013, «erano i risparmi della mia attività, venticinque anni nel top dei locali della riviera ligure». Dopo la fine della storia d'amore Risso sostiene di avere liquidato a Ruby la sua quota dell'azienda messicana e di essersi rifatto una vita con una nuova compagna da cui ha avuto due bambini.
Bisognerà aspettare più di un mese e mezzo per capire se e quanto le dichiarazioni di Risso abbiano fatto breccia nelle convinzioni della Procura. I pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio hanno prenotato due udienze, il 18 e il 25 maggio, per la loro requisitoria, che si annuncia lunga e complessa. A rendere ostico il compito della Procura ci sono alcuni dati oggettivi. Innanzitutto il lungo tempo trascorso, che sta per coprire con la prescrizione il ruolo di tutti gli imputati accusati solo di falsa testimonianza, come la senatrice Maria Rosaria Rossi e il giornalista Carlo Rossella. La prescrizione dell'accusa più grave, la corruzione in atti giudiziari, è lontana: ma il tribunale ha già manifestato una serie di dubbi sulla correttezza delle modalità con cui Risso, Ruby e le Olgettine vennero interrogati durante i processi senza iscriverli nel registro degli indagati.
Questioni giuridiche a parte, la difesa di Berlusconi punta all'assoluzione piena come già accaduto nel processo gemello a Siena: i soldi vennero versati alla luce del sole, e non avevano nulla a che fare con le testimonianze rese in aula.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.