Ruby ter, la richiesta choc del pm: "Condannare Berlusconi a 6 anni"

Per Berlusconi la Procura di Milano ha chiesto oggi la condanna a sei anni di carcere per corruzione in atti giudiziari. Una richiesta-choc che arriva alla fine di un'indagine e un processo durato otto anni

Ruby ter, la richiesta choc del pm: "Condannare Berlusconi a 6 anni"

Una richiesta-choc arrivata alla fine di una indagine e un processo durato otto anni. Per Silvio Berlusconi la Procura di Milano ha chiesto oggi la condanna a sei anni di carcere per corruzione in atti giudiziari. Secondo il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, il leader di Forza Italia avrebbe stabilmente retribuito - anche quando era presidente del Consiglio - una ventina di ragazze, già sue solite alle feste del sabato sera, perché mentissero nel corso del processo Ruby: perché negassero, cioè, di avere assistito o partecipato a scene di carattere sessuale nel corso delle serate.

Insieme al Cavaliere, la Procura ha chiesto di condannare tutte le ragazze, con in testa Kharima El Mahroug alias Ruby, che nel primo processo era invece indicata come vittima delle presunte avances del padrone di casa. Anche lei, dicono i pm, ha mentito quando sotto giuramento ha scagionato Berlusconi. Chiesti per lei cinque anni.

Che la Procura si preparasse a chiedere la condanna dell’ex presidente del Consiglio era nell’aria, dopo che nella scorsa udienza la Siciliano aveva calato sul principale imputato giudizi di una pesantezza senza precedenti, definendo le ospite delle sue feste addirittura come “schiave sessuali”. Meno prevedibile era che la Procura calcasse la mano, chiedendo una pena che non concede neanche le attenuanti generiche. E sorvolando sul fatto che una sentenza già passata in giudicato abbia stabilito che nelle serate di Arcore non accadeva niente di illecito, assolvendo Berlusconi “perché il fatto non sussiste”.

Alle ragazze i pm chiedono di confiscare case e contanti, “prezzo del reato”: per Ruby il conto del sequestro è di cinque milioni. A Berlusconi dovrebbero essere requisiti i quattro appartamenti in cui ospitava alcune delle giovani e quindici milioni di euro, conteggio totale dei vantaggi che avrebbe “dato o promesso” alle testimoni.

La Procura ha impiegato due intere udienze a pronunciare la sua requisitoria. Alla fine i pm hanno chiesto la condanna delle ragazze, oltre che per corruzione, anche per falsa testimonianza: nonostante i giudici abbiano già stabilito che non vi fu alcuna falsa testimonianza, perché le Olgettine non erano testimoni ma di fatto già indagate, e ciò nonostante vennero sentite senza avvocato. Dettagli che, per usare le parole del pm Gaglio, vengono travolti dalle “prove galoppanti” della colpevolezza degli imputati. Viene chiesta la condanna per falsa testimonianza anche di ospiti delle feste mai sospettati di avere ricevuto alcun vantaggio economico, come la senatrice Maria Rosaria Rossi e il giornalista Carlo Rossella, o il massaggiatore Giorgio Puricelli: un anno e mezzo la pena proposta.

E allo stesso modo la Procura snobba la linea difensiva del Cavaliere, che ha sempre ammesso gli aiuti alle ragazze, avvenuti peraltro alla luce del sole, spiegandoli come un gesto di solidarietà verso persone che avevano avuto carriera

e reputazione rovinata dall esposizione mediatica. Niente da fare, per la Procura milanese dietro gli aiuti c'è un “patto criminale” per evitare che le ragazze dicessero la verità. Anche se non c’era niente da nascondere.

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