Sì a nuove licenze, taxi in sciopero

Passa alla Camera il "dl Asset": più auto bianche in città e aeroporti. Le sigle protestano

Sì a nuove licenze, taxi in sciopero
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È un muro contro muro tra governo e tassisti sulle licenze. La categoria è da sempre contraria all'incremento dei permessi, e quando ieri il decreto Asset - che prevede l'aumento fino al 20% delle licenze nelle città metropolitane, sedi di aeroporto e nei capoluoghi di regione (in tutti 60 comuni) - è stato approvato dalla Camera, è scattata la convocazione dello sciopero nazionale da parte dell'Usb. Il 10 ottobre le auto bianche che aderiranno si fermeranno per 24 ore. «Inopportuno è la definizione più elegante per questo decreto e ce ne renderemo conto quando con il più classico scaricabarile gli enti locali e il governo si rimpalleranno le responsabilità dell'incremento delle licenze senza nessun dato concreto», ha attaccato la sigla. Le cooperative di taxi, anche Ncc e l'Unione dei consumatori sono contrari, perché l'incremento «non risolve i problemi, anzi ne crea altri». Invece per il ministro per le imprese Adolfo Urso «abbiamo rafforzato le misure per avere più licenze aumentando la platea dei Comuni destinatari, coprendo tutte le aree che hanno bisogno di un servizio più efficiente e adeguato». Il ministro ha scritto una lettera ai sindaci per sollecitarli a sfruttare le nuove norme, che danno la possibilità di indire gare rapide per assegnare fino al 20% in più di licenze straordinaria: «Ho scritto agli oltre 60 sindaci che potranno da subito realizzare concorsi straordinari per le nuove licenze senza alcun vincolo, in 15 giorni. 1.500 licenze in più a Roma, oltre 1.000 a Milano. Per i titolari di licenza sarà finalmente possibile accedere, da subito, allo strumento della seconda guida, oltre a una seconda licenza temporanea per due anni in occasione di grandi eventi, dal Giubileo 2025 alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, con vetture più efficienti ed ecologiche». Continua invece la polemica con il primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri, che chiedeva un emendamento per assicurare ai comuni i soldi della gestione amministrativa delle licenze. «Gli ho telefonato due volte - ha spiegato Urso -. Lui mi ha detto che c'era un emendamento per lui importante. Ma era impossibile cambiare un equilibrio così avanzato all'ultimo momento con le votazioni in corso». Per il sindaco della Capitale sarebbe bastata una modifica di «una riga che ripristina il 20 per cento delle risorse ai Comuni dalle licenze». Secondo la vecchia procedura il denaro derivante dall'acquisto delle licenze va all'80% ai tassisti detentori delle licenze pre-esistenti, a titolo compensatorio, e al 20% al Comune. Con il decreto Asset, le procedure sono accelerate ma i soldi vanno al 100% ai tassisti, «e in una città come Roma parliamo di svariati milioni. Io devo scegliere tra usare la procedura ordinaria o perdere risorse preziose». Gualtieri ha fatto sapere di aver scelto la vecchia procedura e già oggi ci sarà un incontro con i sindacati per avviarla. C'è il Codacons che invece attacca gli enti locali: «I sindaci non hanno più attenuanti: siamo pronti a denunciare quei Comuni che non si attiveranno per aumentare il numero di auto bianche».

Nel decreto ci sono anche le misure contro il caro voli, sopratutto maggiori poteri di controllo e sanzionatori conferiti all'Antitrust. Una scelta che aveva acceso lo scontro con Ryanair.

Per Urso il provvedimento era necessario «per tutelare gli utenti a fronte di algoritmi che violano la privacy e per contrastare i fenomeni distorsivi di mercato sui prezzi dei biglietti aerei, ponendo fine all'asta delle tariffe».

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