Adesso è sicuro: via libera al vaccino per bambini dai 5 agli 11 anni. La Commissione Tecnico Scientifica di Aifa ha approvato ieri sera l'estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Pfizer per la fascia di età 5-11 anni, con una dose ridotta (un terzo del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti) e con formulazione specifica. La vaccinazione avverrà in due dosi a tre settimane di distanza l'una dall'altra. Il Cts, sulla base dei dati, garantisce «un elevato livello di efficacia» e nessun «segnale di allarta in termini di sicurezza». Le minidosi di Pfizer per i bambini saranno pronte per il 13 dicembre, una settimana prima rispetto alla previsione iniziale. «Il Covid sta diventando una malattia pediatrica - sostiene il presidente Giorgio Palù - Negli Usa l'incidenza è salita dal 3 al 30% e basta guardare i dati dell'Iss: la fascia di età dai 5 a 11 anni è quella che presenta i casi più frequenti. E c'è il rischio per un bambino su 100 che contrae l'infezione di essere ospedalizzato».
I prossimi venti giorni serviranno a far capire alle famiglie indecise l'importanza del vaccino agli under 12. Ma è necessario che il singolo pediatria non sia lasciato solo nella comunicazione con le mamme. Più adesso saranno chiare le autorità mediche, più la quotidianità dei bambini sarà normale. «Aifa e la Società di pediatria prendano una posizione forte e chiara nei confronti dei vaccini: non può essere il genitore o il singolo pediatra a decidere» sprona il virologo Marco Falcone, ricercatore in Malattie infettive dell'Università di Pisa in vista del V-day dei bimbi. «Ci vuole un'indicazione quasi vincolante, quasi un obbligo per mettere tutti i genitori sereni e far vaccinare i bambini. E per evitare che si creino situazioni differenziate in cui poi c'è il rischio di vaccinazione a intermittenza oppure a un ridotto numero di vaccini erogati».
Assieme alla riuscita della baby campagna vaccinale, un altro elemento che farà la differenza sulla gestione della quarta ondata è il tracciamento dei casi, aspetto su cui siamo sempre arrivati in ritardo. Per questo la presidenza del Consiglioha chiesto al generale Francesco Paolo Figliuolo di elaborare un piano di intervento di screening rapido per le scuole. Obbiettivo: circoscrivere più velocemente i focolai ed evitare la dad.
In campo scenderanno i militari, per effettuare test a domicilio e per gestire gli 11 laboratori della Difesa, già presenti in 8 Regioni, in grado di processare tamponi molecolari in tempi estremamente rapidi.
Se non dovesse funzionare, sarebbe un guaio. Si realizzerebbe quello che la stessa Oms definisce il «mix tossico» di una bassa copertura vaccinale e di poche persone testate. «E questo continuerà a generare varianti a meno che non si trovi una soluzione» sostiene il direttore generale dell'Agenzia dell'Onu Tedros Adhanom.
Riguardo alla variante Omicron, il capo per le emergenze dell'Oms Maria Van Kerkhove precisa: «Non abbiamo tutte le informazioni sulla trasmissibilità, anche se c'è qualche elemento suggerisce che sia più trasmissibile». Intanto peggiorano i dati del contagio.
Purtroppo le vittime di Covid tornano a salire sopra quota 100 (per l'esattezza 103 quelle di ieri) e un dato tanto brutto non si vedeva dall'8 giugno. Significa che non possiamo permetterci di sbagliare le prossime mosse.
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