La soluzione arriva, anche questa volta, troppo tardi. Di fronte a una situazione altamente prevedibile, tanto che lo stesso sindaco di Milano Beppe Sala lo aveva immaginato invitando i cittadini a un comportamento corretto e responsabile, non è stato fatto nulla. Se non una telefonata al Questore per chiedere più controlli. Ecco allora che dopo il folle rave party alla Darsena, uno dei punti caldi della movida milanese insieme a tutto l'asse dei Navigli, gremito fin dalle prime ore del pomeriggio, e i fuochi d'artificio con tanto di festa all'aperto all'Isola, altro punto «cool» a nord della città, i controlli sono arrivati.
Ma il giorno dopo. Non solo, è inutile dire che una domenica pomeriggio di passeggio non è paragonabile a una festa con migliaia di ragazzi che ballano senza mascherina finita con una rissa tra ubriachi, e che il danno è stato fatto. Ma allora, non ci si poteva pensare prima? viene da chiedersi. «Il sindaco di Milano deve assumersi la responsabilità di quanto avvenuto, presentare le scuse pubbliche in consiglio comunale e le dimissioni di chi è stato inadempiente» attacca il centrodestra compatto. «Quanto avvenuto ieri sera alla Darsena è scioccante, ma assolutamente prevedibile - osserva Alessandro de Chirico, consigliere comunale di Forza Italia -. Presenterò una denuncia contro il sindaco Sala per omissione di atti d'ufficio in piena pandemia. Solo 12 ore prima del folle rave-covid party, Sala ha registrato un video per chiedere più controlli sulla Darsena. E dov'erano questi controlli? A chi li chiedeva? È ancora lui il primo cittadino, nonché la prima autorità della salute dei milanesi, come spesso ha ricordato mentre criticava le altre istituzioni, e che come tale deve agire per governare al meglio Milano. C'è una chiara responsabilità politica nell'incapacità di gestire l'ordine pubblico».
Facciamo un passo indietro: sabato mattina il sindaco Beppe Sala invita i cittadini al rispetto delle regole nell'ultimo week end giallo per la Lombardia (da oggi entra in fascia arancione) e parla di comportamenti scorretti, citando proprio gli assembramenti sui Navigli concludendo di aver chiesto al questore più controlli. Nel pomeriggio, complice la bella giornata, le zone della movida e gli assi commerciali vengono presi d'assalto per l'ultimo aperitivo. Verso le 20,30 in Darsena comincia il delirio con sound system, venditori abusivi di alcolici, ragazzi sempre più ubriachi e disinvolti che parlano, ballano, fumano e bevono senza mascherine. Così in altre piazze.
Ieri mattina il sindaco scriveva su facebook: «Ieri sera intorno ai Navigli e alla Darsena c'erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell'ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità. E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza. Sarebbe stato meglio chiudere nel pomeriggio la Darsena? Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte?».
La risposta arriva da sola nel
pomeriggio di ieri con lo schieramento di vigili e polizia a chiudere tutta l'area della Darsena e a controllarne gli accessi. Ecco la «supercazzola» del sindaco: una stalla blindata quando i buoi sono già tutti scappati.
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