"Auschwitz, treni in orario...". L'attacco choc di Murgia a Salvini

Meglio avere il nemico vicino, replica Severgnini, ma la scrittrice non ci sta: "Non lo farei mai sedere a quel tavolo"

"Auschwitz, treni in orario...". L'attacco choc di Murgia a Salvini

Anche in un momento in cui il tema immigrazione non risulta essere tra i più dibattuti dal suo obiettivo prediletto, la scrittrice Michela Murgia attacca ancora una volta Matteo Salvini, ricordando le posizioni assunte dall'allora ministro degli Esteri durante il periodo del governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte.

Ospite di Lilli Gruber a "Otto e Mezzo", trasmissione in onda sulle frequenze di La7, la Murgia si dice certa di aver oramai compreso le posizioni dell'ex vicepremier, che si appresta a dare la fiducia a Draghi. "Salvini ha sulla coscienza migliaia di morti nel Mediterraneo, perchè le sue politiche sulla migrazione hanno di fatto causato una grande mortalità. Hanno trasformato il Mediterraneo nel più grande cimitero del mondo in questi anni. Io questa cosa non la dimentico", spiega la scrittrice alla Gruber.

"Lui sostiene il contrario", incalza la conduttrice. "Lui sostiene il contrario e andrà a difendersi in tribunale. Si sta già difendendo da accuse pesanti che gli mettono in carico, come la violazione dei diritti umani", puntualizza la Murgia. "Quindi, il fatto che sia sostenuto da brave persone che vogliono solo lavorare, ma che però abbia fatto morire della gente con un'altra parte delle sue politiche...ecco, non vorrei che si dicesse 'ecco sono partiti i treni per Auschwitz però intanto i treni normali andavano in orario'. Cioè le due cose non vanno in bilanciamento".

La scrittrice si dice contraria al fatto di accogliere il Carroccio, e Salvini in particolar modo, all'interno della coalizione diretta dall'ex elemento di spicco della Goldman Sachs. "Mettere Salvini in una coalizione di quel tipo significa, su questo ha ragione Stefano Feltri, impedire che alcune riforme, non strettamente economiche ma attinenti ai diritti umani, non si possano fare. Più è larga la coalizione di Draghi e meno incisive possono essere le sue riforme politiche. Perché tra lo zenit e il nadir servirà una capacità di mediazione tale che sulle conflittualità non potrai mai entrarci".

A questo punto entra in campo Beppe Severgnini, che spiega con un aneddoto che è sempre meglio tenere il proprio "nemico" accanto a sè e sotto controllo."Mi viene in mente una frase di Lindon Johnson, di una cinquantina di anni fa, detta sul direttore dell'Fbi Hoover: 'È meglio averlo dentro la tenda che fa la pipì fuori, piuttosto che fuori dalla tenda che fa la pipì dentro'", spiega Severgnini. "Era un modo un po' brutale per dire che personaggi complicati e scomodi del genere in un momento come questo forse è meglio averli dentro la tenda, sapendo che prima o poi la pipì fuori la farà". Murgia si dice contraria ad ogni apertura: "No, no", replica la scrittrice.

"Se gli dai anche un piccolo potere, Salvini agirà. Su questo non c'è dubbio. Quindi se fosse per me lui non toccherebbe palla, non lo farei mai sedere a quel tavolo. Non sono io che devo decidere, naturalmente", conclude.

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