Milano - Matteo Salvini ha detto stop. E all'indomani della sentenza d'appello di Genova che ha confermato la confisca alla Lega di 49 milioni di euro, è passato all'attacco sul fronte Milano, mollando la vecchia Lega nord, quella di Umberto Bossi e dell'ex tesoriere Francesco Belsito, entrambi condannati in appello a Genova per i rimborsi, ed entrambi sotto processo a Milano in un'altra «tranche del processo sui fondi del Carroccio, quella sulla cartella «Family» e i soldi utilizzati per spese personali. Proprio a Milano, in corte d'Appello, il ministro dell'Interno, nella qualità di segretario federale della Lega, ha depositato ieri mattina, tramite i suoi legali, una querela nei confronti dell'ex tesoriere del Carroccio Belsito, imputato per appropriazione indebita con Umberto Bossi e il figlio Renzo. La denuncia contro l'ex tesoriere, in base a quanto prevede la nuova legge, era fondamentale per poter celebrare il processo perché per il reato di appropriazione indebita non è più possibile da parte di magistrati procedere d'ufficio. Ma la decisione di Salvini di sbloccare il processo in extremis con la presentazione della querela, decisione che di fatto consegna la vecchia Lega ai giudici, sembra un segnale preciso, di presa di distanze, tanto più in presenza di qualche intervista che dice che sia lui, sia il suo predecessore alla segreteria della Lega Roberto Maroni, sapevano. Comunque un segnale. Se Salvini non avesse presentato la denuncia, il processo non avrebbe potuto svolgersi, e sarebbero cadute anche le condanne inflitte in primo grado al Senatùr, al figlio e all'ex tesoriere (rispettivamente 2 anni e tre mesi, 1 anno e sei mesi e 2 anni e sei mesi). Salvini ha querelato soltanto Belsito, non c'è nessuna denuncia nei confronti di Bossi e del figlio. Ma in presenza della querela saranno i giudici del processo a decidere se l'atto contro l'ex tesoriere può essere esteso anche ai coimputati del processo milanese, o se invece Umberto e Renzo Bossi possono uscire dal processo.
Si saprà il 14 gennaio, data della prossima udienza.Intanto Salvini minimizza. E non risponde a chi gli chiede come mai abbia denunciato Belsito e non i Bossi: «Chiedetelo ai miei legali: è una giornata troppo importante per perdere tempo con Belsito e compagnia...».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.