Il caso dei fondi incassati, secondo l'accusa in maniera illecita, dall'Inps per la cassa integrazione a zero ore durante il periodo Covid rischia di trascinare nella bufera la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Un'indagine chiusa ieri dalla procura di Milano con l'accusa di truffa aggravata, per la senatrice, il compagno Dimitri Kunz D'Asburgo e il collaboratore esterno Paolo Giuseppe Concordia, con anche le società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. «Per la nostra Costituzione fino all'esito definitivo dei tre gradi di giudizio nessuno può essere considerato colpevole. Tuttavia, in sede politica, dopo la decisione del gup, per rispetto del Governo e del mio partito, farò una seria e cosciente valutazione di questa vicenda che è comunque antecedente alla mia nomina a ministro», le parole di Santanchè arrivate in serata con una nota. «Sono peraltro convinta - continua - che anche questa volta il giudizio dei giudici andrà contro il desiderio dei miei avversari politici». Nell'inchiesta a carico della senatrice, nel suo ruolo di amministratrice delegata (ora ex) delle due società, del compagno che l'aveva sostituta come ad di Editore e del responsabile delle tesorerie Concordia, viene contestato dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi con la procuratrice aggiunta Laura Pedio, di avere incassato in maniera illecita 126.468 euro di cassa integrazione per un totale di 20.117 ore nel periodo tra il maggio 2020 e il febbraio 2022, cioè durante i vari lockdown.
Secondo l'accusa, nonostante le aziende avessero incassato i fondi, i 13 dipendenti (7 di Visibilia Editore e 6 di Visibilia Concessionaria) avrebbero continuato a lavorare regolarmente.
Il fascicolo era nato dalle dichiarazioni di Federica Bottiglione, ex manager di Visibilia Editore, la quale aveva registrato le conversazioni con il compagno della Santanchè e aveva raccontato di aver continuato a lavorare anche quando ufficialmente era in cassa integrazione. Accuse da cui la senatrice si era difesa, lo scorso luglio, in Parlamento. L'altra tranche, con al centro l'accusa di falso in bilancio e che vede sempre la ministra tra gli indagati, è ancora aperta ma - da quanto trapela - sarà chiusa a breve.
Ad ogni modo il fattore «tempo» sarà un nodo fondamentale per i risvolti politici: non vi è infatti una regola precisa sui tempi con cui la procura dovrà presentare la richiesta di rinvio a giudizio. Quest'ultima potrebbe arrivare a breve, così come a distanza di mesi: un esempio lampante è l'inchiesta, sempre milanese, sul fondatore del M5S Beppe Grillo accusato di «traffico di influenze illecite» in concorso con il patron del gruppo Moby Vincenzo Onorato, chiusa ormai più di un anno fa e ancora in stand-by.
Le opposizioni già ieri sono partite all'attacco annunciando una mozione di sfiducia. La segretaria del Pd Elly Schlein ha esortato la premier Giorgia Meloni a chiedere «alla sua ministra di fare un passo indietro» per «evitare che questo governo metta in imbarazzo l'Italia nei consessi internazionali». Incalza la leader dem: «Avrei voluto vedere le faccette oggi della presidente del consiglio Meloni quando al Consiglio europeo ha ricevuto la notizia».
Il leader del M5S Giuseppe Conte ha gridato «vergogna» e sostenuto che «Fratelli d'Italia, che durante il covid faceva la voce grossa sulla gestione della pandemia, adesso addirittura chiude gli occhi sulla ministra Santanchè». La richiesta di dimissioni è arrivata anche da +Europa e da Avs.
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