Lo schiaffone di Santori. Con una frase gela il Pd

Boom di preferenze per il leader delle Sardine, Mattia Santori, che ora preme per un posto nella giunta Lepore e annuncia: "Ne parleremo in privato". Poi attacca il Pd locale: "Nessuno mi ha dato una mano"

Lo schiaffone di Santori. Con una frase gela il Pd

Candidato dal Pd senza avere la tessera del partito e forte di 2586 preferenze che lo hanno fatto volare in cima alla lista dei candidati Dem più votati, il leader delle Sardine, Mattia Santori, ora si aspetta un posto nella giunta del nuovo sindaco di Bologna, Matteo Lepore. "Chiunque ci spera", dice in un’intervista al Quotidiano Nazionale.

E tra le righe fa capire che il risultato delle urne peserà in questo senso. "Lepore non mi ha promesso nulla, - si limita ad affermare - mi ha solo detto che bisognava misurarsi con le elezioni e poi tirare le somme". Ma poi aggiunge: "Credo che sappia benissimo quali sono le mie qualità e la mia conoscenza del territorio e per cui sarà lui a scegliere il mio ruolo nella sua squadra". Dando per scontato che ci sarà. I due, annuncia, discuteranno la questione in privato tra qualche giorno.

Nel frattempo, dall’alto del risultato ottenuto – è il secondo candidato più votato nel capoluogo emiliano – si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe. Nel mirino sembra esserci proprio il partito che lo ha portato in consiglio comunale. Scegliere il Pd è stato "difficile", rivela al Corriere della Sera. "Nessuno mi ha dato una mano", si lamenta poi Santori puntando il dito contro i Dem bolognesi. "Ero da solo dentro a una lista che non ha dato nessun tipo di aiuto ai nuovi", accusa. "Mi aspettavo più sostegno – si sfoga ancora la sardina - ma capisco anche che la mia figura sembri sempre quella di una personalità già abituata alla politica e mi sopravvalutano molto".

Così il suo ingresso a Palazzo d'Accursio è diventata una "ricompensa", dice, "per due anni di servizio in cui non ho mai chiesto niente in cambio" e per una campagna elettorale tutta "in salita". "Pubblicavo su Facebook e avevo 14mila haters che commentavano, se pubblicavo contenuti non mi considerava nessuno ma al minimo scivolone – racconta ancora al Corriere - arrivavano tutti in massa a darmi del cretino".

"Oggi – è la conclusione di Santori - qualcuno si lecca le ferite e qualcun'altro conta i voti guadagnati sul campo". Rivendica di aver portato consensi al Pd grazie al proprio bacino elettorale. Uno zoccolo duro di persone, fidelizzate dai tempi delle manifestazioni anti-leghiste a piazza Maggiore. "Adesso – insiste ancora Santori parlando con il Quotidiano Nazionale – è il momento di portare il civismo in giunta".

Rivendica, insomma, il ruolo del suo movimento lanciando un

messaggio al segretario del Pd, Enrico Letta. Il successo raggiunto a Bologna, dice Santori, rafforza il pd bolognese e nazionale. Per questo, si rivolge al segretario, bisogna "continuare nell'apertura" movimentista.

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