Le Sardine di Roma archiviano Santori: "Tu non ci rappresenti più"

I "pesciolini" romani non digeriscono la foto con Benetton e Toscani e ripudiano i "4 leader di Bologna". Via alla scissione

Le Sardine di Roma archiviano Santori: "Tu non ci rappresenti più"

Le Sardine si spaccano. Tutto finito? Beh, la frattura dopo la foto con i Benetton c'è e si fa sentire. Come abbiamo già raccontato, il movimento si è spaccato e in tanti da sardine si sono trasformati in piranha per attaccare i quattro fondatori. Le facce sorridenti in compagnia dei Benetton e di Oliviero Toscani hanno agitato (e non poco) la base del movimento. A poco è servita la presa di posizione tardiva di Mattia Santori.

Al Corriere ha parlato di un "errore" e di una "ingenuità" rinnegando dunque la mossa di venerdì scorso. Ma ad agitare ulteriormente le acque è il movimento romano delle sardine che adesso chiede una vera e propria scissione dopo il "tradimento" nel nome dei Benetton. Lo straoppo è firmato da Ogongo, leader delle sardine della capitale che non usa giri di parole: "L’incontro che i fondatori delle Sardine hanno avuto con Luciano Benetton è stato sbagliato, inopportuno. Un errore politico ingiustificabile, ma solo l’ultimo degli errori che Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa hanno commesso nelle ultime settimane. Da questo momento le Sardine di Roma non fanno più riferimento ai 4 fondatori di Bologna nè alla struttura che stanno creando. Le Sardine di Roma ripartono da quei valori che hanno fatto della manifestazione di Piazza San Giovanni la più grande e la più partecipata delle sardine: uguaglianza, libertà, giustizia sociale. Affiancarsi agli squali, o diventare come loro, non ci rafforza ma ci indebolisce, ci rende prede inconsapevoli".

Poi arriva l'affondo. Durissimo. Ogongo e le sardibne romane chiedono spiegazioni a Santori&Co per quello scatto alla "Fabrica": "La pubblicazione della foto scattata a Fabrica, ’centro di formazione per giovani comunicatorì, ha giustamente scatenato una polemica all’interno e all’esterno del movimento delle Sardine - aggiunge -. Ciò che rende tutto sospetto è la tempistica di questo incontro, che avviene proprio nel momento in cui si è riaperta la trattativa per la concessione di Autostrade per l’Italia. Se non ci fosse niente da nascondere, perchè non hanno reso pubblica la loro visita a Fabrica prima? Perchè non hanno pubblicato loro stessi la foto dopo l’evento?".

Poi, lo stesso Ogongo, chiede già (dopo soli due mesi, un "ritorno alle origini": "Anche l’organizzazione delle Sardine sui diversi territori e città ne ha risentito, con l’allontanamento volontario e forzato di soggetti che non condividevano più il modo di evolversi del movimento. Un comportamento che non giova nè al movimento nè al Paese che vogliamo migliorare. Segnali preoccupanti sintomo di una situazione che ha passato il segno e a cui serve rimediare in fretta. Per questo, credo sia giunto il momento di ritornare alle origini del movimento delle Sardine, che era ed è un fenomeno spontaneo, aperto a tutti quelli che vogliono auto organizzarsi senza controlli e regole imposte dall’alto. Le Sardine di Roma tornano in mare aperto: la nostra forza sarà la comunità, l’essere in tanti e il saper stare insieme". Insomma le sardine già annegano nel grande mare della politica.

È bastata una foto per mettere nei guai i "maestrini" della piazza di Bologna che dispensano consigli al governo e ai partiti ma non resistono alla tentazione di uno scatto in campagna insieme a Toscani e Luciano Benetton.

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