Lo scandalo del software-spia. Von der Leyen: "Inaccettabile". E si accende il faro del Copasir

Il presunto scandalo di Pegasus, il "trojan" progettato dai geni dell'informatica israeliana e affittato da governi e agenzie d'intelligence di tutto il mondo, non è poi la grande novità raccontataci dal Washington Post

Lo scandalo del software-spia. Von der Leyen: "Inaccettabile". E si accende il faro del Copasir

Il presunto scandalo di Pegasus, il «trojan» progettato dai geni dell'informatica israeliana e affittato da governi e agenzie d'intelligence di tutto il mondo, non è poi la grande novità raccontataci dal Washington Post e altre 16 testate internazionali grazie all'imbeccata di Amnesty International e di un'agenzia francese. Su Il Giornale ne parlammo già nel 2018 quando incominciarono a circolare le prime misteriose informazioni sul misterioso «trojan» capace d'insinuarsi in qualsiasi telefono e utilizzarne microfono e telecamera per registrare non solo le chiamate, ma tutte le attività degli individui sotto controllo. Ora però, dopo aver scoperto come è stato usato a livello internazionale per controllare oppositori e dissidenti, sarà interessante capire come siano andate le cose nel nostro paese. Ovvero se trojan è stato messo nelle mani di qualche procura interessata a effettuare controlli a tutto campo su possibili indagati.

Difficile sia successo visti non solo gli esosi costi d'affitto pretesi dall'Nso, ma anche la riluttanza dei proprietari del brevetto che essendosi formati tra le fila di Unità 8200, la cellula dell'intelligence militare specializzata in guerra cibernetica, ben conoscono le falle del sistema giudiziario italiano. A quanto risulta a Il Giornale le informazioni sull'utilizzo illecito di Pegasus hanno però allarmato i responsabili del Copasir (Comitato Parlamentare Sicurezza della Repubblica) che nei prossimi giorni potrebbero muoversi per capire se il trojan è stato utilizzato in maniera «illecita» anche dai nostri servizi segreti e dai nostri magistrati.

Nel frattempo si alza la voce della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dopo la scoperta che il software sarebbe stato usato anche da Paesi come l'Ungheria guidata da Viktor Orbán, già al centro di uno scontro sui diritti con la Ue: lo spionaggio «deve essere verificato, ma se è così è completamente inaccettabile - ha detto von der Leyen - Sarebbe contro qualsiasi regola: la libertà della stampa è uno dei valori fondamentali dell'Ue».

Come tutte le armi e tutti i sistemi d'intercettazioni Pegasus non è, comunque, uno strumento cattivo o pericoloso di per sé. Lo è se viene usato per seguire i movimenti di un dissidente ed eliminarlo come successo con l'oppositore saudita Jamal Khashoggi attirato in una trappola mortale dall'intelligence saudita. Ma come ricordano i vertici della Nso oltre ai casi di sfruttamento illecito del sistema vi sono anche quelli che hanno garantito la sicurezza internazionale. Negli anni segnati dai sanguinosi attentati dell'Isis, Pegasus permise il fermo all'ultimo minuto di terrorista suicida già pronto a innescare il giubbotto esplosivo. Il terrorista, braccato da un'unità delle forze speciali grazie a Pegasus, venne immobilizzato mentre era già dentro la stazione di una metropolitana europea.

Tra i successi rivendicati dai gestori di Pegasus vi è anche la scoperta di una cellula dell'intelligence iraniana fermata mentre pianificava l'eliminazione di un gruppo di oppositori intorno a Parigi. Il successo più clamoroso resta però l'arresto del narcotrafficante Joaquín Archivaldo Guzmán Loera, meglio conosciuto come El Chapo, seguito durante un incontro segreto con l'attore Sean Penn e riportato nel carcere da cui era evaso.

Tutto inizia nel 2015, subito dopo la spettacolare evasione del narcotrafficante dal carcere, quando l'intelligence militare messicana convoca i responsabili israeliani della Nso e chiede di usare Pegasus per penetrare e intercettare il telefonino di nuovissima generazione di cui si è dotato El Chapo dopo l'evasione. Un telefono studiato per evitare i sistemi di auto installazione dei trojan più comuni. A facilitare il lavoro contribuisce il protagonismo del narcotrafficante che sogna di diventare il soggetto di un film hollywoodiano e convince l'amante Kate del Castillo, star delle telenovelas messicane, a fissargli un appuntamento clandestino con l'attore americano Sean Penn.

Grazie a Pegasus l'intelligence militare messicana registra le comunicazioni tra la donna, il boss e l'ignaro Sean Penn mettendo a punto il raid che l'8 gennaio 2016 porta alla cattura del narco-trafficante nella casa fortezza di Los Mochis.

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