Ventiquattrore prima del terribile terremoto che ha colpito il centro Italia, ero proprio lì con mia figlia Luce, vicino all'epicentro del sisma, a Norcia, dove inizialmente saremmo dovuti stare qualche giorno più in vacanza. Ho voluto anticipare il rientro dai nonni, i miei genitori che vivono a Pomezia vicino Roma, per fargli godere di più la nipotina.
Così, senza saperlo, ho evitato di far vivere un'esperienza traumatica o forse drammatica a Luce che ha 4 anni e che prima di lasciare Norcia ha scattato, da bambina dell'era digitale con il mio iphone, una bellissima foto della splendida piazza con la statua di San Benedetto. Luce fortunatamente ha un bel ricordo di quella mattinata, ricordo che non potranno avere Gabriele ed Elisa due cuginetti di 8 e 14 anni proprio di Pomezia, in vacanza anche loro in quelle zone con i nonni, travolti dalla scossa e morti purtroppo sotto le macerie. I bambini sono le ferite più laceranti di questa tragedia.
Penso alla bellezza della vita, del nostro paesaggio, dei nostri beni culturali che queste creature non potranno più vedere. Alla grandezza del cuore di noi italiani. Penso alla foto di Luce. Spero che come il suo nome diventi un simbolo di speranza per chi ora non ha più un futuro.
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