Parigi chiama, ma Berlino e la Ue non rispondono come la Francia vorrebbe. Cercano di abbassare i toni, in attesa del Consiglio Affari Esteri di lunedì prossimo a Bruxelles, al cui tavolo l'Italia ha chiesto di portare il dossier migranti. E attendono la riunione straordinaria dei ministri degli Interni chiesta ieri dalla Commissione europea e che potrebbe tenersi prima del Consiglio Affari interni previsto a inizio dicembre. «A Bruxelles - spiega il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas - sia sta elaborando un piano di emergenza per risolvere le crescenti tensioni tra i Paese Ue su come affrontare i richiedenti asilo salvati in mare».
Dopo lo scontro feroce Roma-Parigi sull'approdo della nave Ocean Viking, la Germania non accetta l'invito francese a seguirne l'esempio e conferma l'accoglienza di 3500 migranti attualmente in Italia, negata invece dal ministro degli Interni francese Gérald Darmanin, sull'onda dell'ira contro il nostro Paese per aver lasciato centinaia di profughi in mare. La Germania è anche fra gli 11 Paesi europei che hanno comunicato di voler farsi carico di 175 dei 234 rifugiati arrivati ieri al porto francese di Tolone, insieme con Lussemburgo, Bulgaria, Romania, Croazia, Lituania, Malta, Portogallo e Irlanda, Finlandia e Norvegia. Berlino non si spinge fino alla sospensione della partecipazione al Meccanismo volontario di solidarietà europeo, come ha annunciato Parigi. E a seguirla, sulla strada della ricomposizione, sono Olanda e Lussemburgo, che confermano la loro partecipazione.
Giovedì, nella giornata più dura delle relazioni sull'asse Roma-Parigi dalla crisi dei gilet gialli, il ministro Darmanin aveva chiamato in causa «in particolare la Germania», e poi «tutti gli altri partecipanti» all'accordo europeo del 10 giugno scorso, chiedendo di sospenderlo come ha fatto la Francia. Nulla di fatto. Parole concilianti arrivano da un portavoce del ministero dell'Interno tedesco: «Continueremo ad attenerci al Meccanismo di Solidarietà nei confronti del Paesi che permettono l'approdo di migranti salvati in mare - ha detto all'Ansa - Questo vale espressamente anche per l'Italia, che ha permesso lo sbarco di tre navi». Un messaggio simile arriva via Twitter anche dall'ambasciatore tedesco a Roma, Viktor Elbling: «L'Italia fa tanto in termini di migrazione, ma non è da sola: 154.385 richiedenti asilo in Germania da gennaio-settembre di quest'anno (lo 0,18% della popolazione tedesca), 110.055 in Francia (lo 0,16%) e 48.935 in Italia (0,08%).
Berlino non vuole alzare la tensione, già alle stelle tra le cancellerie francese e italiana, e che rischia di sollevarsi anche ai confini dopo l'altra mossa di Parigi, il «rafforzamento dei controlli alla frontiera, con 500 agenti». La Germania sembra voler stemperare, mentre la Francia elogia i Paesi che hanno annunciato di voler accogliere i rifugiati. «Vi ringraziamo di cuore - ha commentato soddisfatto il ministro francese - La solidarietà europea è un successo».
Punta ad abbassare i toni anche l'Ue. «La Commissione è qui per aiutare, non vogliamo addossare la colpa a uno Stato o all'altro», spiega un portavoce. Il tema sarà affrontato lunedì, al vertice di Bruxelles, dopo la richiesta italiana, anche se «la questione non era in agenda»: «Ascolteremo cosa avrà da dire il ministro Antonio Tajani sul tema», spiegano da Bruxelles. «Sarà il primo Consiglio Affari esteri per il ministro e siamo più che contenti di accoglierlo».
A ricordare all'Italia la legge del mare, dalla Spagna, è il ministro degli Esteri José Manuel Albares: «La tradizione vuole che le navi portino i migranti nei porti sicuri più vicini, li facciano sbarcare e poi siano ricollocati da lì. Ha funzionato molto bene». Eppure, in queste ore, Madrid è accusata di aver insabbiato importanti verità sui migranti. Riguardano la tragedia di Melilla di giugno scorso, quando in duemila tentarono l'assalto all'enclave spagnola: in 23 morirono.
Un documentario della Bbc ha mostrato le violenze della polizia marocchina ma anche la gendarmeria nordafricana che trascina dei cadaveri dal lato spagnolo a quello marocchino. Il ministro dell'Interno Grande-Marlaska ha sempre negato che ci siano state vittime in territorio spagnolo. Il Partito popolare lo accusa di mentire e ne chiede le dimissioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.