Inasprire la legge sulle armi in vigore in Germania per reagire alla minaccia del terrorismo jihadista. È la risposta del cancelliere Olaf Scholz all'attentato di Solingen, rivendicato dallo Stato islamico. A colpire con un coltello, il 23 agosto durante la Festa della diversità, è stato il siriano Issa al Hassan, profugo che avrebbe dovuto essere espulso nel 2023, ma è riuscito a rimanere in Germania godendo dello status della protezione sussidiaria. Sul selciato sono rimasti tre morti e otto feriti, di cui quattro gravi, mentre l'attentatore è stato arrestato dopo essersi consegnato alla polizia.
Sul luogo della strage, Scholz è giunto ieri, ben tre giorni dopo il bagno di sangue, a deporre una rosa bianca in omaggio alle vittime. È la ritualità del potere che manifesta cordoglio, uno spettacolo di cui l'Occidente è il tragico palco dall'avvento del terrorismo jihadista. Su questa scena, Scholz ha recitato se stesso: freddo, distaccato, quasi privo di emozioni come lo descrivono molti che gli sono vicini. Il capo del governo tedesco non brilla per doti comunicative e la sua apparizione a Solingen è stata un'ulteriore dimostrazione di tale limite, che gli è valso il soprannome di Scholzomat, un robot. Questa carenza nella comunicazione è maschera di quella ben più grave nella capacità di direzione politica, nella determinazione delle priorità, come lo stesso cancelliere ha reso evidente da ultimo con il suo discorso a Solingen.
Soltanto dopo aver denunciato il «terrorismo contro tutti noi» che minaccia la coesione della società tedesca, essersi detto «furioso, adirato» per l'attentato compiuto da Al Hassan, aver chiesto che l'autore dell'attacco venga punito «presto e severamente» e aver annunciato l'inasprimento della legge sulle armi in particolare con riguardo ai coltelli, Scholz ha evidenziato il vero problema: l'immigrazione irregolare. «Faremo di tutto affinché venga espulso chi non può e non deve restare» in Germania, ha scandito il cancelliere, rivendicando il successo delle deportazioni «in grande stile» di immigrati sia irregolari sia condannati che aveva annunciato nel 2023. Per il capo del governo tedesco, queste espulsioni sono aumentate «del 30%» nel 2024 rispetto al 2022, ma tale risultato non basta ed è necessario ridurre il numero dei migranti irregolari che vivono in Germania. A tal fine, si deve anche applicare il regolamento di Dublino nella parte in cui prevede di trasferirli negli Stati membri dell'Ue di primo arrivo. Scholz ha poi sottolineato come la sua rabbia sia diretta «contro gli islamisti che minacciano la coesistenza pacifica di tutti noi, che mettono in pericolo la coesistenza pacifica di cristiani, ebrei e musulmani».
Per il capo dell'esecutivo tedesco, la Germania resta unita: «Non permetteremo ai criminali malvagi di distruggere questa coesione, ma agiremo contro di loro con la massima severità, non smetteremo di perseguirli». Il copione del lutto, della rabbia e degli appelli all'unità andato in scena in una Germania che si sente sempre più insicura, il cui cancelliere non riesce a tenere insieme il suo stesso governo.
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