Il minimo sindacale. Un contentino. Che non allevia i bilanci delle banche italiane dalla sofferenza dei crediti deteriorati. Ecco come è stato «digerita» ieri dalla Borsa la notizia del via libera Ue allo schema di garanzie pubbliche che tutela la liquidità degli istituti solvibili fino a 150 miliardi di euro, in casi di particolare turbolenza sui mercati. Matteo Renzi ha portato a casa poco o nulla: lo scudo è appunto sulla liquidità e non difenderà le banche da eventuali aumenti di capitale che potrebbero rendersi necessari se i famigerati npl fossero venduti a prezzi inferiori rispetto a quelli di bilancio. O se qualche big non superasse gli stress test europei, prossimo banco di prova della tenuta del sistema: tra un mese esatto, il primo agosto, arriveranno infatti i risultati dei nuovi esami condotti dalla Bce sulla tenuta di 53 banche del Vecchio Continente, tra cui cinque italiane (Mps, Unicredit, Intesa, Ubi e Banco Popolare) e per qualcuna potrebbe accendersi di nuovo la spia rossa della benzina del capitale. Sarebbe meglio, quindi, evitare l'effetto «Tafazzi».
E invece l'aver invocato sul tavolo di Bruxelles le garanzie pubbliche è stato come accendere un grande occhio di bue sul credito nostrano dichiarandone la fragilità, commentano i broker. Ecco perché ieri mattina a Piazza Affari i titoli del settore hanno subito annullato i rimbalzi di inizio seduta e virato in negativo. Solo sul finale, il listino milanese ha ripreso quota sulla scia delle altre piazze europee chiudendo con un +0,61% ma il paniere del credito ha lasciato sul terreno l'1,86% in una giornata ad alto tasso di volatilità. Unicredit ha ceduto il 4,92% all'indomani della scelta del nuovo ad e sulle ipotesi di un aumento di capitale per rafforzare la struttura patrimoniale. Negative anche Intesa (-1,29%), Ubi (-1,94%), Bper (-4,82%) e Bpm (-1,33%). Sopra la linea di galleggiamento il Banco Popolare (+1,59%) e Mediobanca (+0,97%), mentre le azioni del Monte dei Paschi hanno guadagnato lo 0,87% dopo aver precisato che i 46 milioni di interessi sui Monti Bond verranno pagati al Tesoro in contanti e non in azioni. Cosa si aspetta il mercato? Secondo gli analisti di Equita, qualsiasi piano deve dunque passare dallo smaltimento rapido dei crediti deteriorati. Gli occhi sono puntati sulle munizioni di una sorta di «Atlante bis» da raccogliere presso investitori privati, anche stranieri, casse previdenziali e Cdp. La garanzia pubblica, secondo i broker di Fidentiis, potrebbe servire proprio a dare una mano a Atlante che deve fare i conti con le scadenze dei bond da 2,7 miliardi di Pop Vicenza da rifinanziare fra il 2016 e il 2017. Intanto, dal governo arriva la voce del sottosegretario alla presidenza Tommaso Nannicini che durante l'assemblea generale di Federmeccanica ha annunciato un pacchetto «il più ampio possibile» di strumenti per tutelare le banche italiane dalle tensioni finanziarie dopo l'esito del referendum che ha sancito l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa.
«Non si corre in soccorso di nessuno, ci si prepara ad avere un menù più ampio possibile di interventi. Abbiamo un'economia reale che ha pagato di più la crisi europea», ha promesso Nannicini. Liberando così la strada ad altri rumours che nei prossimi giorni verranno serviti caldi sul piatto della speculazione in Borsa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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