La scuola parte in salita ma senza green pass gli adulti restano fuori

Trasporti e classi troppo affollate, incertezze su mascherine e esami. E controlli a rischio

La scuola parte in salita ma senza green pass gli adulti restano fuori

Trasporti sovraffollati; punto interrogativo sull'immunizzazione dei chiamati per le supplenze brevi; incognita sulla validità dei test salivari e loro eventuale gratuità; incertezza sul distanziamento e sulla necessità della mascherina a seconda della distribuzione negli spazi; classi pollaio.

Una certezza, importante, però rispetto allo scorso anno c'è: nessuno, o meglio nessun adulto, entra a scuola senza green pass. L'obbligo vale per tutto il personale scolastico, docente e Ata, per tutti gli addetti alle mense ed ai servizi e, sembrerebbe, anche per i genitori che vorranno partecipare alle riunioni ed ai colloqui con i professori. In sostanza restano esclusi soltanto gli studenti e gli esenti per motivi certificati, come indicato dal ministero della Salute. Le multe per chi viola le regole sono salate, a partire dai 400 fino a mille euro. Per il personale dipendente non ci sono alternative: senza green pass si viene sospesi e privati dello stipendio. Norme rigide che puntano ad evitare il ritorno della didattica a distanza. Ma il sistema scuola si compone di molti tasselli che dovranno essere tutti a posto per una partenza in sicurezza mentre si evidenziano ancora molte criticità.

Sono preoccupati i dirigenti scolastici chiamati a gestire un inizio d'anno che si presenta come un percorso ad ostacoli. Spetta a loro il compito di verificare se i docenti chiamati in cattedra hanno il green pass : proprio dal 13, giorno di inizio delle lezioni in quasi tutta Italia, dovrebbe entrare in funzione a regime il collegamento tra il sistema informatico dell'Istruzione e quello del green pass una piattaforma digitale che permette ai presidi in tempo reale un controllo veloce e rispettoso della privacy. Una mole di lavoro in più e una pesante responsabilità per i presidi che rischiano sanzioni per mancato controllo.

I dati sulle vaccinazioni del personale scolastico non sono del tutto rassicuranti soprattutto in alcune regioni. A Bolzano soltanto il 53,3 per cento risulta immunizzato. In Calabria sono fermi al 68,5; a Trento al 70,5; in Val d'Aosta pure al 70. Ci sono ancora 117.153 persone fra docenti e non che non hanno ricevuto neppure la prima dose, pari al 7,90 per cento del totale.

L'altra grana che si ripresenta puntualmente in apertura dell'anno scolastico è quella delle cosiddette «classi pollaio». Nei giorni scorsi il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha ribadito che si tratta di un il fenomeno circoscritto: «Solo il 2,9% nelle grandi periferie urbane e nelle scuole superiori», assicura il ministro. In numeri assoluti però si tratta comunque di circa 14mila classi e tra queste ci sarebbero casi limite come quello dell'Istituto superiore Battisti di Velletri dove si sarebbe arrivati a classi di 42 alunni. Ma la denuncia è stata smentita dall'Ufficio scolastico regionale: in questi casi, dicono, si divide la classe in due. Peccato però che poi non ci siano docenti a disposizione per coprire due classi invece di una.

Oltretutto il calcolo della percentuale delle classi pollaio potrebbe dare risultati diversi se ad esempio vengono rispettati i parametri al minimo e quelli richiesti quando in classe è presente un alunno con bisogni speciali e il tetto si rispetta in modo rigido e non elastico. A quel punto il numero delle classi con troppi alunni è triplicato.

Ma quanti alunni dovrebbero esserci in classe? Per l'infanzia si va da un minimo di 18 ad un massimo di 26, senza disabili, ma ci si può «allargare» fino a 29. Per la primaria si va dai 15 ai 26 ma si arriva a 27. Per le medie da 18 a 27 ma si arriva a 28. Infine per le superiori si arriva anche a 30.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica