"A scuola test per professori e bidelli". Ma per i presidi norme inapplicabili

In arrivo le linee guida del ministero, resta il nodo degli edifici. L'ipotesi di aumentare le ore di docenza nelle superiori da 18 a 24

"A scuola test per professori e bidelli". Ma per i presidi norme inapplicabili

Test sierologici e tamponi per tutto il personale della scuola prima che riprendano le lezioni. Dopo le raccomandazioni del Comitato Tecnico scientifico che prevedono mascherine per tutti, ingressi scaglionati, orari ridotti e distanziamento sociale già rese note ora scende in campo anche Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma che è centro di riferimento per l'emergenza Covid 19. Con un appello affinché si torni a scuola in sicurezza.

«Serve una grande alleanza per la scuola», dice Vaia che esorta, sempre mantenendo le dovute misure di sicurezza a riaprire veramente tutto. «Guardiamo alla scuola, di ogni ordine e grado. Va riaperta ma serve una grande alleanza ha aggiunto Vaia La sanità pubblica faccia il grande sforzo di testare tutto il personale, docente e non docente, attraverso una campagna di approfondimento diagnostico, dando così certezza e serenità ai genitori».

Indicazione accolta con favore dal premier Giuseppe Conte che ne ha discusso ieri con il Comitato Tecnico Scientifico nella sede della Protezione Civile. Ma il punto è che da settimane i dirigenti scolastici avvertono: i criteri raccomandati dal Cts per la riapertura sono incompatibili con l' organizzazione del sistema scolastico e con le disponibilità economiche.

Anche ieri Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio, Anp, ha ribadito che le norme di sicurezza dettate dagli esperti non sono praticabili. «Decine di dirigenti delle scuole romane dichiarano nelle nostre chat di non poter mantenere il distanziamento così come indicato nei protocolli di sicurezza», avverte Rusconi. E nella maggioranza dei casi «l'ipotesi di adozione di spazi alternativi sarà difficilmente realizzabile per un gran numero di scuole. Ne consegue che se sarà necessario rispettare il distanziamento, si dovrà ripensare in parte all'adozione della didattica a distanza».

E se le classi verranno divise ci sarà anche un problema di carenza del personale docente. La maggioranza ipotizza di aumentare le ore di insegnamento frontale previste dal contratto per i docenti delle superiori da 18 settimanali a 24. I fondi messi a disposizione per la scuola però sono insufficienti. Anche Vaia chiede alla politica di investire «massicciamente in un piano nazionale straordinario che aumenti le disponibilità delle aule e ne migliori la qualità e gratifichi di più, anche economicamente, le professionalità alle quali affidiamo figli e nipoti».

Il ministro dell'Istruzine, Lucia Azzolina, assicura che entro giovedì saranno definite le linee guida del ministero per la riapertura degli edifici scolastici. La data per la riapertura è il 14 settembre. Ma oltre quella non c'è nulla. Nessun piano.

Anzi in prospettiva è già stata messa in calendario la probabile interruzione delle lezioni per il voto delle regionali. Intanto in Emilia Romagna è stato deciso di istituire un presidio medico fisso in tutte le scuole.

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