Se la barzellette piacciono solo perché a ridere è il Papa

Il video divertente di Bergoglio che se la ride per la barzelletta

Se la barzellette piacciono solo perché a ridere  è il Papa

C'erano una volta gli scherzi da prete. Adesso che c'è la crisi delle vocazioni sono arrivate le barzellette da papa. Ieri l'arcivescovo di Canterbury, nella solenne biblioteca del palazzo apostolico, ne ha raccontata una al Santo Padre: «Sai qual è la differenza tra un liturgista e un terrorista? Con il terrorista si può trattare!». E Papa Francesco si è sbellicato dal ridere, trascinando tutti i presenti. Guardando il clippino astutamente diffuso dalla sala stampa del Vaticano ho riso anch'io, magari con più moderazione (non sono un sudamericano, sono un europeo di sangue freddo). Non so quanto possano aver riso coloro che di liturgia non si interessano, ossia le persone normali: l'argomento è tecnico, tecnicissimo, e solo chi conosce la divisione del clero sui modi di celebrare la messa, da una parte i conservatori, dall'altra i modernisti, due fazioni nemiche e impermeabili, può cogliere il valore della freddura. Ma non è questo l'importante, l'importante è che in Vaticano si rida. Ancora più significativo è che questo clima ridanciano venga universalmente apprezzato. Io, europeo di sangue troppo freddo e conservatore non solo in campo liturgico, non ritengo indispensabile che il sommo pontefice si mostri alla mano, anzi, ma alla grande maggioranza dei cattolici un simile atteggiamento piace e allora va bene così. Ma ho il sospetto che molti odierni simpatizzanti del Papa faceto ieri fossero gli antipatizzanti del Cavaliere spiritoso.

Sappiamo tutti il ruolo che Silvio Berlusconi ha sempre assegnato alla barzelletta e sappiamo quante critiche gli sono state scaraventate addosso per aver sciolto con innocue storielle le tensioni delle riunioni politiche. Adesso invece sulle barzellette nessuno ha più da ridire, nemmeno se raccontate negli ambienti più aulici e mistici. Buono a sapersi: Berlusconi ha fatto scuola.

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