Continua a montare, ogni giorno di più, la polemica anti-razzista ed il «clou» è stato toccato sabato con la manifestazione di Milano. Le cronache parlano di un esercito di 200 mila persone che hanno raggiunto Piazza del Duomo cantando Mahmood, il vincitore di Sanremo, We are the world e Bella ciao: la miglior risposta, secondo i partecipanti, a certi slogan leghisti, tipo «prima gli italiani».
Sul fronte dell'immigrazione siamo, dunque, arrivati davvero alla resa dei conti anche se il corteo lombardo non è piaciuto neppure a Beppe Grillo che l'ha considerato esclusivamente «mediatico».
Monta, insomma, la protesta, ma, guardando le cifre, l'emergenza dei migranti non sembra oggi così prioritaria in Italia come poteva esserla alcuni anni fa. Le cifre fornite da Frontex (l'agenzia europea che si occupa del problema) parlano infatti chiaro: l'anno scorso, gli arrivi di «irregolari» sulla rotta del Mediterraneo centrale sono scesi ai minimi dal 2012 perché sono arrivati 23.276 migranti con un calo nettissimo rispetto ai dodici mesi precedenti. Il fatto è che, tra le diverse rotte provenienti dal Nordafrica, quella con destinazione la Sicilia è adesso molto meno intasata rispetto ai numeri relativi al Mediterraneo Orientale (55.878 immigrati) e all'«escalation» della via più occidentale, quella verso la Spagna, che ha registrato qualcosa come 57 mila arrivi.
Sarà anche stato l' «effetto-Salvini», ma è un dato di fatto che sulle coste iberiche è sbarcato l'anno scorso più del doppio del numero dei clandestini approdati nel Belpaese. Fabrice Leggeri, il direttore di Frontex, ha spiegato che il principale motivo nei mutamenti delle ondate migratorie è perché «la rotta libica è diventata sempre meno attraente a causa dei pericoli».
Una spiegazione, se volete, piuttosto singolare considerando che non stiamo certo parlando di viaggi turistici. E pensare che i nostri nonni, quando da colonizzatori sbarcavano in Libia, cantavano «Tripoli, bel suol d'amore...».
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