L'ultima frontiera dell'ambientalismo è lo «sfalcio selettivo». Ne abbiamo già parlato, però è alla prova sul campo (non sfalciato) che si misurano gli effetti collaterali dell'ecologismo che seleziona, più che lo sfalcio, la specie: umana e quella dei loro cani. Prendiamo il Parco Nord di Milano, bellissima oasi verde cittadina, dove appunto i cittadini potevano magari fare un picnic. Era sempre pieno, ora è diventato una savana (poi vi racconterò il passo successivo) con erba, fieno e quant'altro giunto a superare il metro di altezza. Dicono che sia colpa di Sala anzi Salah, come ormai chiamano il sindaco ma c'è di più: all'integralismo (di cui Sala è comunque leader) si aggiunge il disprezzo. In pratica: da inizio anno l'erba è stata tagliata solo due volte. Pure, sì, nelle aree «cani liberi». Dalle quali la mia, come tutti, è rimasta fuori con lo sguardo perplesso, fino a quando si è avventurata per i suoi bisogni avendo, due volte, una reazione allergica (il conto del veterinario a chi lo porto?). Che barba, direte voi, sti padroni di cani. Però provate poi a prendere una multa dagli sceriffi verdi per aver utilizzato le uniche aree rimaste praticabili. Ecco il secondo passaggio: l'erba finalmente è stata tagliata, però ora il campo è un paesaggio di dune, in attesa che gli agricoltori facciano le balle di fieno. E siccome piove spesso, non è detto che accada presto.
Nel frattempo festeggiano moscerini e zanzare, che allegramente planano dalla recente piscina per girini . E d'altronde: viva l'ecosistema, che - come ha scritto il sito del parco - fa risparmiare 100mila euro l'anno per la manutenzione. Daì, pero: l'ecologismo non sarà mica questione di soldi
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