Milano No, grazie. Alla mobilitazione avviata per la sua possibile candidatura a presidente della Repubblica, Liliana Segre oppone un cortese rifiuto. La senatrice a vita non è in corsa per il Quirinale o per altri incarichi.
La senatrice a vita non ha dichiarato nulla in proposito: la sua estraneità alle logiche politiche, e l'assenza di ambizioni personali riguardanti il Colle, fanno sì che segua senza apprensioni le prese di posizione intorno al suo nome - vedi la campagna lanciata pochi giorni fa dal Fatto Quotidiano - ma chi la conosce, chi le sta vicino, sa bene che questa possibilità non esiste per una serie di ragioni, anagrafiche e non solo. Segre non è irritata per le ipotesi sul suo conto ed è grata a chi sta seriamente pensando a lei, ma questo non sposta la sua decisione irrevocabile, coerente non solo col tono della sua presenza nelle istituzioni, ma con il senso della sua intera testimonianza pubblica.
Liliana Segre oggi è una signora di 91 anni, ammirata da molti, che molto si è molto impegnata negli ultimi anni, affiancando a quella che era la sua missione - raccontare ai giovani la sua storia di sopravvissuta alla Shoah - una dimensione istituzionale che deriva dalla nomina a senatrice firmata dal presidente Sergio Mattarella il 18 gennaio 2018, giorno in cadeva l'ottantesimo anniversario delle leggi razziali.
Un anno fa, dopo una serie lunghissima di interventi nelle scuole e poi nelle istituzioni - fra le quali il Comune di Milano, la Regione, il Parlamento europeo - avendo festeggiato il novantesimo compleanno decise che di lì a poco avrebbe pronunciato un ultimo discorso pubblico, alla Cittadella della Pace di Rondine (Arezzo). Inoltre, dalla fine del 2019 una scorta la segue, a seguito di una serie di messaggi minacciosi od offensivi.
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