Quel senatore grillino che non ha votato la risoluzione contro Putin

Un senatore del MoVimento 5 Stelle ha espresso posizione filo-russe e non ha partecipato alla votazione sulla risoluzione. Chi è Vito Petrocelli che guida la Affari esteri

Quel senatore grillino che non ha votato la risoluzione contro Putin
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Se esiste un "partito di Putin" in Italia - come si legge spesso in questi giorni - quel partito comprende, con ogni probabilità, più di qualche parlamentare grillino. Si pensi al caso del senatore Vito Petrocelli che, anche a mezzo social, non nasconde affatto le sue posizioni.

Le stesse idee che si erano già rivelate tutt'altro che filo-occidentali. E siamo in una fase in cui, più o meno tutta la civiltà di cui facciamo parte, concorda sullo stimagtizzare l'operato di Vladimir Putin.

"La dichiarazione di Peskov è un fatto! - ha annotato il parlamentare grillino via Twitter il 21 febbrario scorso - ". E poi la citazione: "Vi ricordiamo che la Russia non ha mai attaccato nessuno nel corso della sua storia. E la Russia, sopravvissuta a tante guerre, è l'ultimo Paese in Europa che vuole parlare, anche pronunciare la parola guerra". Fatti storici del passato e del presente smentiscono la ricostruzione del seguace di Giuseppe Conte con una certa facilità.

E via così, scorrendo sulla bacheca, con una lunga serie di considerazioni che poco hanno a che fare con la compattezza che Stati Uniti e Vecchio continente hanno dimostrato di avere, nel respingere con le sanzioni e con l'invio di armi, rispetto all'invasione russa dell'Ucraina.

Petrocelli, per essere certosini, non è proprio un peones: il pentastellato sarebbe il presidente della commissione Affari esteri del Senato della Repubblica. Le sue posizioni geopolitiche, quindi, vengono difese da uno scranno alto, per così dire, come ricorda l'edizione odierna de IlFoglio. Nel corso della serata di ieri, il pensiero del senatore appartenente al MoVimento 5 Stelle è emerso in qualche sua sfaccettatura. La commissione che presiede era chiamata a dare l'ok alla risoluzione del governo di Mario Draghi sul da farsi rispetto al conflitto, così come ripercorso dall'Agi.

Petrocelli, però, ha deciso di non prendere neppure parte al summit: "Non voterò il documento", si è giustificato. E ancora: "Le commissioni Esteri sono al lavoro da stamattina per mettere a punto un testo che si è cercato di condividere anche con le opposizioni e il governo avrebbe dovuto rispettare la volontà degli eletti prima di arrivare a qualsiasi determinazione". Camera e Senato, inoltre, sarebbero stati "presi in giro" per il membro dei 5S.

Sarà, ma quelli del parlamentare sembrerebbero, più che motivazioni procedurali, dribbling. Sempre secondo quanto ripercorso dall'agenza sopra citata, tuttavia, il senatore dovrebbe essere in buona compagnia: più di qualche eletto tra le fila grillne avrebbe manifestato il mal di pancia per la scelta di votare la risoluzione.

Nel corso di questi giorni, Petrocelli aveva anche avuto modo di avanzare una proposta diplomatica, per così dire: "Continua il mio impegno per la diplomazia parlamentare, con l’occhio a Kiev, a Mosca ma anche a Minsk, dove presto vorrei andare in visita ufficiale per il dialogo sulle adozioni...", aveva fatto presente, sempre a mezzo Twitter.

Nel novembre 2021, ancora, il j'accuse nei confronti del direttore di

Repubblica che aveva previsto più di qualcosa della strategia di Putin:"Può il direttore di #Repubblica Maurizio Molinari @Maumol incrinare i rapporti Italia-Russia? “Era da molto tempo che non vedevo un’assurdità così deliziosa”.

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