Un litigio, una contrarietà o un gesto improvviso e inspiegabile agli occhi di un adulto: fatto sta che sgancia la cintura, si getta dall'auto in corsa mentre a lato sta passando un tir che l'aggancia e la schiaccia con le ruote posteriori. È morta così, ieri, una diciassettenne residente in un comune della Martesana. La giovane stava tornando a casa con il padre e tutto si sarebbe svolto, stando al racconto del genitore 56enne, in pochissimi secondi mentre ora sui fatti indagano sia la polizia locale di Segrate sia i carabinieri di San Donato Milanese.
Sono le 17.45, la Citroen Xsara a bordo della quale stanno viaggiando padre e figlia procede spedita in corsia di sorpasso. Manca una quindicina di chilometri e poi due sarebbero arrivati a casa. Ma all'altezza del civico 200 della provinciale Cassanese c'è da immaginare, stando a una prima ricostruzione dei fatti, i toni si alzano. E, quasi immediatamente, al civico 222, il tragico lancio che non lascia scampo. L'autista del tir non si rende conto di quanto accaduto, tanto da tirare dritto non rallentando nemmeno la sua marcia. Immediatamente gli inquirenti si mettono in moto per cercare di rintracciarlo. Subito dopo, un buon tratto di provinciale viene chiusa per i rilievi di rito che, dopo le 21 di ieri sera, erano ancora in corso. E mentre sul posto si cerca di raccogliere ogni dettaglio per provare a ricostruire minuziosamente quanto è accaduto in pochissimi istanti, il padre, appena arrivano i primi soccorritori, ha un malore. Si tenta, lì per lì di farlo rinvenire. Perché la sua testimonianza nell'immediatezza dei fatti viene ritenuta fondamentale. Ma l'uomo sta malissimo. Subito ci rende conto che non riuscirà quasi nemmeno a parlare nonostante la sua volontà.
È così che, dalla strada a quattro corsie che da Milano corre verso la campagna, riparte l'ambulanza che era arrivata sul posto per cercare di salvare la vita all'adolescente, quando ancora non si sapeva della gravità di quanto era accaduto, che, ormai, più nulla si poteva fare. Il genitore, quindi viene portato all'ospedale di Melzo, il più vicino a casa con posti disponibili, dove sarà visitato in codice verde ma sedato in quanto riconosciuto essere in forte stato di choc.
Non è certo con chi avesse avuto un diverbio nei minuti appena prima della tragedia la diciassettenne. Potrebbe essere stato un litigio con il fidanzato proprio alla vigilia di San Valentino, magari via whatsapp. Oppure un normale diverbio con il padre, di quelli che gli adolescenti hanno spesso sulle questioni più diverse. O qualcosa che nessuno potrà mai capire.
Certo è che quello che non gli ha lasciato scampo, in questo scatto d'ira fatale, è stato l'essere in corsa su un tratto di viabilità trafficatissimo, soprattutto a quell'ora di rientro per una miriade di pendolari e tanti mezzi pesanti in viaggio.Sui fatti, come di rito, la procura di Milano aprirà un'inchiesta mentre si attende che il padre possa raccontare quanto, di tremendo, ha vissuto.
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