«I banchi di scuola con le rotelle sotto? Come strumento di distanziamento? Ma come se la sono inventata???». L'economista Carlo Cottarelli non nasconde l'ironia commentando su Twitter i continui annunci sulle modalità per riprendere le lezioni scolastiche a settembre. «Non sono un esperto di scuola, ma reagisco come una cittadino comune», sottolinea l'ex commissario alla Spending review.
Che cosa l'ha colpita di più su tutto questo susseguirsi di dichiarazioni per la scuola?
«Ho l'impressione che ogni giorno ne esca una nuova. Non sembra che ci sia ancora una chiara strategia. Si fanno i bandi e gli imprenditori dicono che sono produzioni troppo grandi e che non parteciperanno. Si parla della misurazione della febbre, che dev'essere fatta a casa e non a scuola, però ogni scuola può prendere l'iniziativa. Ma allora che ci sta a fare il ministero se non dà precise istruzioni? Mi sembra tutto un po' improvvisato»
A proposito dei tre milioni di banchi. I produttori italiani non sono in grado di soddisfare la richiesta in un mese e così il commissario Arcuri ha indetto una gara europea. Il governo si è svegliato tardi?
«A parte il fatto che altri Paesi hanno già aperto le scuole. D'accordo, eravamo in una situazione d'emergenza, ma forse dovevano pensarci un po' prima. Le imprese italiane però non sono penalizzate perché è una domanda aggiuntiva, anche se sarebbe stato meglio che non venisse soddisfatta all'estero».
Come reputa il lavoro e le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina?
«Probabilmente ci saranno le motivazioni, ma sarebbe necessario un documento in cui si spieghi perché si fanno le cose. È successo tante volte nella gestione di questa crisi: si fanno provvedimenti, dpcm e non si spiega perché certe cose sono praticabili mentre altre no».
E le rotelle?
«A occhio, le rotelle aumentano lo spostamento e quindi i bambini cominceranno a spingere e a giocarci. Ma spero ci sia un motivo per cui qualcuno si è inventato questa cosa, io faccio semplici domande. Perché non viene spiegato? Non ci si poteva attrezzare prima? Allora ci sarà un motivo e siamo tutti disposti ad ascoltarlo. In questo Paese non spiegano le cose».
Vale per la scuola ma anche per altri settori.
«Sì, in questa crisi è successo anche altre volte, come il dpcm sull'autocertificazione per camminare in strada. Autocertificare che si cammina, va bene, ma perché non hanno detto a che cosa serve? Il motivo ci sarà stato, però non ce lo spiegano».
Un deficit di comunicazione da parte del governo?
«Sì, ma la comunicazione è importantissima. Per evitare malcontenti bisogna spiegare le difficoltà e invece non lo fanno».
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