Luca Zaia. Governatore del Veneto. Uomo moderato. Tra i leader più prestigiosi della Lega.
Presidente, partiamo dagli ultimi avvenimenti. Salvini e Tajani hanno polemizzato tra di loro. C'è tensione tra Lega e Forza Italia?
«Penso che insieme al Presidente Berlusconi e quindi a Forza Italia abbiamo fatto grandi cose e potremmo continuare a farne ancora molte. Dobbiamo sempre pensare che il nostro avversario è fuori dalla porta, non dentro nella stanza dove ci troviamo».
La Lega torna a Pontida. È un ritorno alle origini?
«Pontida storicamente è un fatto identitario ed è l'assemblea programmatica della Lega. A Pontida si riunisce il popolo della Lega e si apre la stagione. Pontida è il nostro primo Gennaio».
A Pontida si parlerà anche di Islam. Davvero l'Islam rappresenta un pericolo incombente?
«Prendo spunto da Venezia: la Serenissima dialogava con Bisanzio, difendendo sempre la propria identità. Ma rispettando anche quella altrui. Siamo per l'ospitalità di chi scappa dalla morte e dalla fame, a prescindere dal loro credo religioso, dalle loro scelte sentimentali, a prescindere dalla loro estrazione sociale o da colore della pelle. Ma non possiamo accettare che in mezzo a queste persone ci siano persone che non c'entrano niente coi profughi. Non è un sentimento razzista ma è un sentimento di difesa dei migranti che hanno veramente bisogno e dei nostri cittadini.
Referendum contro l'autonomia. C'è il rischio che salti tutto?
«Chiaramente il referendum va rispettato perché è un istituto democratico. Vedremo se riusciranno a raccogliere le firme. Io ho il massimo rispetto per tutti, per chi andrà a votare e per chi non ci andrà. Però questo referendum è un atto di estrema incoerenza da parte dell'opposizione. Dicono: l'autonomia è una scatola vuota. Poi dicono: L'autonomia spacca l'Italia» Come fa una scatola vuota a spaccare l'Italia? Qualcuno me lo deve spiegare».
Dicono ancora: «premesso che l'Italia va a due velocità, premesso che c'è chi corre di più e corre di meno, l'autonomia accentrerebbe ancora di più questo divario».
«No, scusatemi, se c'è un'Italia che va a due velocità significa che c'è un modello centralistico che non funziona. E chi non vuole l'autonomia punta a che rimanga questo status quo. C'è stato un presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non mi pare per definizione uomo di destra, il quale dichiarò che l'autonomia è una vera assunzione di responsabilità. Che vinca o non vinca il referendum siamo davanti ad un'operazione totalmente ideologica. Chi prima era a favore adesso è contro. L'autonomia non è altro che un gran progetto di decentramento amministrativo».
Toti ancora agli arresti, cosa pensa di questa vicenda? È normale in una normale democrazia?
«Parlo non conoscendo le carte e non conoscendo la vicenda. Per Toti siamo davanti ad una prolungata detenzione. Credo nella magistratura, però noi dobbiamo pretendere che, soprattutto in casi dov'è coinvolta una persona rappresenta il popolo, ci sia anche una rapidità nel far chiarezza».
Cosa pensa della manifestazione in piazza contro Toti?
«I processi si celebrano nei tribunali non nelle pubbliche piazze. Il 4 giugno del 2014 molti esponenti politici erano stati coinvolti nell'inchiesta Mose. Tra gli oltre 100 avvisi di garanzia c'erano anche autorevoli rappresentanti di sinistra. Nessuno della Lega. In quell'occasione però non ho visto manifestazioni. Non si usino le inchieste come leva di scontro politico».
A proposito del Veneto, a Venezia è scoppiato il caso Brugnaro
«Continuo ad avere fiducia nella magistratura e spero si possa risolvere velocemente il caso, nell'interesse di tutte le parti coinvolte».
Cosa pensa di Trump?
«Io sento molti cittadini che vedono in Trump una figura che potrebbe cambiare il corso della storia rispetto al conflitto bellico russo-ucraino.
Per dire la mia posizione prendo a prestito una frase di di Hemingway la guerra è un contesto nel quale Gli uomini peggiori mandano a morire gli uomini migliori. La storia ci insegna che tutte le guerre arrivano per forza ad un armistizio ad una pace ecco, cerchiamo di fare in modo che arrivi velocemente. Con l'azione diplomatica, non certo con i cannoni».
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