Un terremoto giudiziario si è abbattuto sulla Trinacria. E le scosse sono state avvertite anche a Roma. Luca Sammartino (nel tondo), vice presidente della Regione Siciliana, assessore all'Agricoltura nonché ras del voto della Lega, è indagato per corruzione aggravata ed è stato sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno. L'operazione «Pandora», coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania ed eseguita dai carabinieri del Comando provinciale, ha investito anche il sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, finito in carcere, e altre nove persone tra funzionari comunali e imprenditori accusate a vario titolo di scambio elettorale politico-mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. L'indagine, svolta dal febbraio 2018 al marzo 2021, ha evidenziato legami tra alcuni amministratori ed elementi vicini ad esponenti della cosca mafiosa Santapaola-Ercolano emersi dal racconto di due pentiti, tra cui un incontro nel 2015 tra Sammartino e alcuni membri del clan.
«Premesso che siamo garantisti, esattamente come lo siamo stati per Bari o Torino, è sconcertante che, per quanto le indagini siano state condotte tra il 2018 e il 2021, i provvedimenti siano scattati solo oggi a poco più di un mese dalle europee», ha dichiarato il senatore della Lega Claudio Durigon. Il governatore siciliano Renato Schifani ha ricordato come "«o stesso Sammartino abbia ricoperto il suo doppio ruolo istituzionale con decoro, lealtà e trasparenza».
Al contrario, il Movimento 5 Stelle non ha perso tempo e ha subito scatenato la propria vena giustizialista e a puntare il dito contro l'esecutivo nazionale. «Un quadro sconcertante di commistione tra istituzioni, politica, affari e mafia, che si aggiunge ad un proliferare di scandali che riguardano i più svariati comitati d'affari, con particolare attenzione ai fondi del Pnrr. La risposta del governo è un costante lavoro di smantellamento degli strumenti di contrasto a queste e altre forme di malaffare», hanno tuonato in coro i deputati e senatori del M5S Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D'Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato. Il riferimento dei pentastellati è all'ok in commissione al Senato al limite di 45 giorni per le intercettazioni, al ddl contro il sequestro degli smartphone, nonché all'abolizione dell'abuso d'ufficio. Tiepida la reazione del Pd, probabilmente dettata dal fatto che Sammartino in passato è stato uno di loro. Infatti, la carriera dell'ormai ex vicepresidente è l'emblema del trasformismo politico.
L'inizio nelle file dell'Udc, il passaggio nel movimento Articolo 4 di Leanza, poi il Pd renziano con cui conquistò il record - ancora imbattuto - di preferenze: 32.492. Dopo il passaggio a Italia Viva, arriva infine il momento della Lega: 21.011 voti alle ultime elezioni regionali del 2022. L'enfant prodige del consenso con una laurea in odontoiatria ha dalla sua un fortino elettorale non indifferente e l'abilità di uscire indenne da polemiche e indagini. Come quando fu accusato di aver cercato voti anche alla clinica Humanitas, specializzata in cure oncologiche, in cui la madre ricopriva un ruolo di vertice. Inoltre, Sammartino è stato rinviato a giudizio due volte per corruzione elettorale, a oggi però nessuna condanna e lui continua a lavorare a testa alta. «Non sono coinvolto in ipotesi di reato di mafia né di voto di scambio; sono sereno e certo che emergerà la mia totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa, che con stupore leggo mi vengono contestati. Resto fiducioso, come sempre ho dichiarato e non cambierò mai idea, nei confronti del lavoro della magistratura.
Continuerò a servire la mia comunità e il mio territorio svolgendo la mia attività politica e di parlamentare regionale». Intanto, la commissione parlamentare Antimafia ha disposto l'acquisizione degli atti dell'inchiesta.
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