Un silenzio tombale e assordante. Le donne di sinistra hanno indetto lo sciopero della solidarietà. Loro, sempre in prima linea in nome del rispetto del genere femminile e della dignità umana, sembrano aver preso due giorni sabbatici. Dove si sono cacciate? Non è dato sapere. Di solito stanno sempre lì con l'orecchio teso e con lo sguardo attento a redarguire ogni attacco machista e a scagliarsi contro ogni sfregio pubblico. Stavolta niente. Sono scomparse. Ammutolite. Silenziate. Dalla sera del 19 novembre, quando il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra ha offeso la memoria di Jole Santelli con l'ormai famigerata sparata che definire vergognosa è poca cosa, le voci di protesta nei confronti del grillino e in difesa dell'ex governatrice della Regione Calabria si contano sulle dita di una mano.
Le uniche parlamentari di sesso femminile che hanno osato rilasciare dichiarazioni alla stampa sono le poco conosciute Federica Dieni e Dalila Nesci, entrambe calabresi ed entrambe dello stesso partito del grillino Morra. La prima ha affermato: «Ho riascoltato le parole del senatore, parole molto gravi, da cui è doveroso prendere le distanze. Chieda scusa, servono empatia e umanità, non qualunquismo». La seconda le ha fatto eco: «Ritengo assolutamente inappropriate le considerazioni del Presidente Morra: è necessario che provveda subito a rettificare quelle parole, che suonano come un insulto ad un intero popolo». E gli altri partiti? Degna di nota soltanto la «temeraria» del Partito democratico, Alessia Morani, la quale si è azzardata a fare un tweet non proprio prolisso: «Le parole di Morra sono agghiaccianti. Agghiaccianti». Quarantasei caratteri. Meglio di niente.
Per il resto, il deserto. Nessuna Boschi, nessuna Boldrini, nessuna Bonino. Da loro, che sono state spesso vittime di insulti e minacce, forse sarebbe stato lecito aspettarsi anche un misero post su Facebook, un timido cinguettio, anche una striminzita dichiarazione rilasciate alle agenzie di stampa. Invece il nulla. Zero assoluto. Paradossalmente, contro Morra e quindi in difesa della Santelli, dal centrosinistra sono arrivati più messaggi di solidarietà da parte del genere maschile. Strano.
Ma d'altronde, che la donna di destra, quando viene derisa, insultata o minacciata, riceva soltanto il sostegno delle compagne di partito è un film visto e rivisto. Tuttavia, che la donna di destra malata di tumore (e dunque inadatta a ricoprire un ruolo politico) e deceduta non meritasse nessuna parola di rispetto dalle paladine del femminismo è una pellicola rara nel cinema della politica. Uno spettacolo indecoroso che non fa altro che umiliare ancora una volta Jole Santelli.
Uno schiaffo alla solidarietà, esternata a senso unico in base ai simboli di partito, che divarica - questo sì - l'abisso (per prendere in prestito il termine usato da Morra) tra i due mondi. Perché, al netto dei colori politici e delle idee antitetiche, il rispetto, il senso della misura, la dignità sono le sole cose che ci distinguono dalle bestie.
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