La sinistra anti Italia esulta per lo sgarbo. Ogni pretesto vale per accusare Giorgia

L'opposizione sta dalla parte dell'Eliseo: "Roma isolata, pacchia finita per il premier"

La sinistra anti Italia esulta per lo sgarbo. Ogni pretesto vale per accusare Giorgia

Parigi val bene una ressa. Non solo Chiara Ferragni, Fedez e Amadeus. La sinistra riparte da Emmanuel Macron. Non tanto per affinità politica ma perché il presidente francese non ha invitato la premier italiana alla cena di mercoledì all'Eliseo con il leader ucraino Volodymyr Zelensky e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Quello che dovrebbe essere considerato, unanimemente, uno sgarbo all'Italia diventa invece un pretesto per attaccare la maggioranza.

Pd, Terzo Polo e M5s, divisi su tutto, per una giornata cantano in coro contro il presidente del Consiglio. Stefano Bonaccini e Carlo Calenda, i renziani e Giuseppe Conte. Nessuno si lascia sfuggire l'occasione di esultare per il presunto isolamento della Meloni. Ed ecco Bonaccini, che parla da leader in pectore del Pd: «Zelensky prima a Londra, poi a Parigi con Macron e Scholz: Meloni ignorata. Inutile lamentarsi dopo. Se per anni denigri l'Europa, poi raccogli ciò che hai seminato». Seguono i capigruppo dem, stavolta compatti come non mai nell'aggressione alla premier. «L'Italia è sempre più isolata e ai margini del contesto internazionale perché mentre i Paesi europei fanno politica, i membri del governo si occupano di fare polemiche su Sanremo», twitta la presidente dei senatori Simona Malpezzi. «Se nella maggioranza, e tra gli stessi vertici del governo, non si perde occasione per far emergere dubbi sul sostegno italiano all'Ucraina e se l'europeismo della destra che governa appare come minimo tentennante e a corrente alternata c'è poco da lamentarsi, come fa la presidente Meloni, se l'Italia viene esclusa da importanti vertici diplomatici», dice Debora Serracchiani, capogruppo alla Camera.

Inveisce anche Conte. «Meloni sta sperimentando la differenza che c'è tra gridare dai banchi dell'opposizione con noi finirà la pacchia in Europa invece la pacchia è finita per lei», gioisce l'ex premier e leader del M5s. Calenda indossa i panni del consigliere severo. «Alimentare una polemica con la Francia nel giorno in cui Zelensky va a Bruxelles è un gravissimo errore», sale in cattedra il fondatore di Azione. Che parla di «toni sbagliati e momento sbagliato». Calenda si rivolge alla Meloni in un video postato sui social: «Il ruolo che ricopri non prevede scatti di nervi, perché altrimenti il Paese si fa male». E poi Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa: «Meloni ha sbagliato a dire che l'incontro tra Scholz, Macron e Zelensky è stato inopportuno. Così sembra che, come si dice a Roma, Meloni abbia rosicato». Il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto avverte sul «rischio isolamento internazionale» per l'Italia. La deputata e presidente di Azione Mara Carfagna ricorda l'immagine di Mario Draghi con Macron e Scholz in treno verso Kiev: «L'Italia di Draghi viaggiava nel vagone di testa dell'Ue, insieme a Francia e Germania. L'Italia della Meloni viene lasciata a terra».

Ci marciano pure i giornali. «La premier paga i dissensi in maggioranza, dovrà accontentarsi di un bilaterale», titola Repubblica. La Stampa sottolinea: «Cresce il timore di essere isolati».

Avvenire annota: «Meloni esclusa, strappa soltanto un bilaterale». E allora non devono sorprendere le parole usate dall'edizione francese dell'Huffington Post per commentare la giornata della premier italiana: «Una visita di 12 ore e di amarezza». Gioia a sinistra.

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