Quella sinistra che odia la normalità

Quella sinistra che odia la normalità

L’ex presidente del Senato Grasso ospite da Telese e Parenzo a In Onda, interrogato su una possibile comunione con i Cinque stelle, balbettava: un balbettare ideologico, un dejà vu, di una sinistra che non sa che pesci prendere per promuovere ulteriori catastrofi che la tengano allegra.

Sempre la stessa pappa: una sinistra-sinistra che da un secolo e mezzo sfascia l’Italia per il gusto del guasto: fare la guerra contro la agonizzante sinistra di governo che, quando funziona, ha la colpa di somigliare al mai abbastanza odiato Silvio Berlusconi colpevole di volere normalità e buon governo per la maggioranza degli italiani. È quello lo straccio rosso che la fa infuriare: la normalità, detestata come un segno demoniaco. Che poi dallo sfascio venga fuori un regime, poco importa. Già la sinistra-sinistra non era stata in grado di capire nel 1921 quel che le stava per capitare e lì è rimasta.

A persone come Pietro Grasso o Erri De Luca che considera Marco Minniti «peggiore di Salvini» andrebbe presentato il conto dei disastri che hanno provocato imperterriti, sostenuti da un giornalismo televisivo che preferisce sguazzare anziché nuotare.

Per questo ci fa piacere dare atto del fegato di Enrico Mentana che, di fronte testo della sentenza su via D’Amelio, ha pubblicamente preso le distanze sottolineando che non c’è una prova che tenga in piedi un teorema di parole. Nella deprecata America di Donald Trump sarebbe banale. Da noi no, non è banale affatto.

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