La sinistra non vuol polemiche (ma solo quando è al governo)

Gentiloni e i suoi ministri adesso invocano la tregua. Ma nel 2009 Berlusconi per L'Aquila fu massacrato

La sinistra non vuol polemiche (ma solo quando è al governo)

C'è il governo «buono», quello della sinistra guidato adesso da Paolo Gentiloni, che di fronte a tragedie immani come quella che sta sconvolgendo il centro Italia deve essere lasciato tranquillo, basta polemiche. E c'è, anzi c'era, il governo «cattivo», quello guidato nel 2009 da Silvio Berlusconi, contro cui la stessa sinistra che oggi invoca pax faceva il tiro al bersaglio. Anche se quel governo affrontava una tragedia altrettanto immane come il terremoto de L'Aquila, 309 morti e migliaia di sfollati.

Non disturbate il manovratore durante le tragedie, è la regola. Ma ha un corollario: vale solo se governa la sinistra. L'appello al silenzio lo ha lanciato da Rieti il premier Paolo Gentiloni (che è pronto a riferire alle Camere), che di fronte alle polemiche sui soccorsi ha ammonito: «Chiedo a tutti di moltiplicare l'impegno, di mostrare sobrietà rispettando le difficoltà della situazione, l'impegno delle forze civili e militari e il dolore delle famiglie». Concetto ribadito dal ministro per la Coesione sociale Claudio De Vincenti: «Di fronte alle tragedie bisogna rimboccarsi tutti le maniche e fare quello che noi stiamo facendo. Il resto non ha senso». Giusto, giustissimo. Ma la domanda resta: perché questa regola non valeva per L'Aquila e Berlusconi?

A scorrere le cronache del 2009 gli attacchi al Cavaliere sul terremoto non si contano. E da subito, non a distanza di tempo. Qualche esempio? Ecco qua. 15 aprile, nemmeno dieci giorni dopo quella terribile notte del 6 aprile. Il premier Berlusconi è già alla sesta visita-sopralluogo nei luoghi del sisma. E annuncia che il prossimo Consiglio dei ministri sarà tra i terremotati. «Passerella mediatica», tuona l'allora leader dell'opposizione Dario Franceschini, oggi ministro dei Beni culturali del governo Gentiloni, all'epoca fresco segretario del Pd: «È un'operazione - dice - che sa molto di immagine». «Sta trasformando una tragedia con 300 morti in un gigantesco spot elettorale», rilancia l'allora segretario di Rifondazione Paolo Ferrero. «È sempre a L'Aquila», contesta Massimo D'Alema. Non va bene neppure lo stanziamento di fondi per l'emergenza (lo ha appena fatto Gentiloni, 30 milioni, ndr): «Iniziative estemporanee» attacca Pier Luigi Bersani, all'epoca candidato segretario del Pd.

Per la sinistra non di governo, che oggi chiede tregua politica, Berlusconi non ne azzecca una in quel 2009. Non vanno bene i grandi del mondo riuniti a luglio a L'Aquila per il G8 con Obama in testa (lo stesso Obama che Renzi ha invitato ad Amatrice dopo il sisma d'agosto, ndr). E non vanno neppure bene le 60 casette di legno consegnate a Onna a metà settembre.

Ad attaccare il Cavaliere è un altro ministro del governo Gentiloni, l'allora presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: «Il governo deve andare oltre lo show del premier», commenta dopo la consegna. Le casette modello Onna, 25, le ha appena usate il governo Gentiloni dando seguito all'iniziativa di Renzi. Sono state appena sorteggiate ad Amatrice. Ma l'iniziativa è della sinistra al governo. Ergo, tutti zitti.

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