Sorelle, cognate e stili La moda e il suo doppio

Palm Angels accoppia streetwear e abbigliamento formale. Disegnate a 4 mani Zimmermann e Beard

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New York Il tema del doppio, caro alla psicoanalisi e alla letteratura in generale, irrompe con forza sulle passerelle di New York dove è in corso la settimana della moda per il prossimo inverno. C'è la doppia anima del cosiddetto streetwear magistralmente raccontata da Francesco Ragazzi, fondatore e anima creativa del marcho Palm Angels. Per questo stile fatto di felpe, T-shirt, tute da ginnastica, sneaker e giacconi imbottiti, il profeta finora è stato Virgil Abloh, fondatore del brand Off White e direttore creativo dell'uomo Vuitton. Proprio lui recentemente ha dichiarato che lo streetwear é morto mentre Ragazzi sosiene che esiste una terza via tra questo e l'abbigliamento formale: le cose fatte bene, anzi a regola d'arte, più costose ma anche più durevoli. «C'è voglia e bisogno di qualità, per cui l'Italia con la sua capacità manifatturiera potrebbe avere un nuovo boom» dice nel backstage dove racconta di non ritenersi uno stilista e che i suoi miti sono Ralph Lauren e Tommy Hilfiger perché hanno costruito un vero lifestyle in cui incastonare la loro moda. Lo show comincia con un bellissimo chemisier con lunghe frange al posto della gonna. La stessa classica camicia a righe azzurre diventa un piumino da uomo seguito a ruota da pantaloni in camoscio tagliati e cuciti divinamente sotto ai fantastici maglioncioni con i disegni Serape degli indiani Navajo. C'è un montone con pacchie di vernice stile Pollock che strappa l'applauso e poi ponchos da cowvoy che uomini e donne sfoggiano con pazzesche collane vittoriane al collo oppure cucite sui pullover e il classico cappello Stetson. Inevitabile pensare all'ossessione per l'estetica del selvaggio West di Ralph Lauren, ma con una rilettura talmente nuova e intelligente da essere esemplare. Da Proenza Schouler il doppio apporto creativo di Lazaro Hernandez e Jack McCollough produce una gran bella collezione ispirata dall'idea del buttarsi addosso una coperta in cui nel momento del bisogno ci si può anche avvolgere. Attaccata come uno svolazzante pannello sulla schiena di sublimi tubini drappeggiati sul corpo, la coperta viene evocata anche in cappotti e giacconi doppiopetto con spalle talmente grandi da poter modificare la forma del capo facendo scivolare ad arte la scollatura, come quando nel letto ci si rinfresca tirando fuori una gamba o le spalle dalle coperte. L'effetto è piacevole e soprattutto molto sensuale. L'apoteosi del tema del doppio si ha comunque alle sfilate di Zimmermann e Veronica Beard, marchi disegnati rispettivamente dalle sorelle australiane Nicky e Simone Zimmermann e dalle cognate americane Veronica Miele Beard e Veronica Swanson Beard. «Io mi occupo del business, mentre mia sorella è l'anima creativa del duo» racconta Simone, mentre Nicky controlla che le modelle abbiano la giusta attitudine «girly» per interpretare una deliziosa collezione piena di ottimismo, buon umore, pizzi, volant e motivi scaramantici stampati o ricamati. Le due hanno fondato il loro brand nel 1991 a Sidney facendo soprattutto costumi da bagno, ora fanno collezioni complete di accessori. Hanno già un negozio monomarca a Capri e presto apriranno anche a Milano e Roma.

Le frizzanti cognate Beard festeggiano il decennale del loro brand con una sfilata e non commettono l'errore di appesantire la collezione solo perché passano dalla formula statica allo show. Il loro focus è sempre la giacca con l'iconico modello Dickey che sta bene dalla famigerata taglia 0 alla XXL.

Attorno a questo caposaldo del guardaroba femminile costruiscono uno stile pieno di buon senso e pragmatismo. Difficile fare il contrario visto che hanno otto figli in due e un'azienda con un turn over di oltre 100 milioni di dollari.

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