La pioggia è la grande assente di questi ultimi mesi. Alcuni territori sono asciutti da 110 giorni e in decine di comuni di Piemonte e Lombardia sono già in azione le autobotti per l'approvvigionamento dell'acqua, perché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più.
Una situazione seria secondo Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità distrettuale del Fiume Po-Ministero transizione ecologica (AdPo-MiTe), che nei giorni scorsi aveva lanciato l'allarme dall'Osservatorio sulla siccità, che tornerà a riunirsi martedì prossimo. Il bacino padano, del resto, è «giacimento» del made in Italy agroalimentare e l'assenza di piogge spinge a scelte drastiche per garantire una portata del fiume Po sufficiente ai prelievi a uso potabile e a contrastare la risalita del cuneo salino, che sta alterando gli equilibri ambientali nel delta, inaridendo i territori. Dalla sorgente alla foce, non solo i flussi in alveo sono largamente inferiori a quelli registrati negli anni recenti, ma a Pontelagoscuro, con 301,6 metri cubi al secondo, si è scesi abbondantemente sotto il precedente minimo storico.
La scorsa settimana Utilitalia, in rappresentanza delle multiutility del servizio idrico integrato, aveva fatto presente di aver chiesto ai sindaci di un centinaio di Comuni in Piemonte e di 25 in Lombardia sospensioni notturne dell'acqua, per rimpinguare i livelli dei serbatoi. «Ebbene, in molti di questi le ordinanze ci sono già - sottolinea Berselli - e è scattato il razionamento dell'acqua per uso idropotabile».
Altro fronte che preoccupa è il Ferrarese e, in misura minore, la Romagna. «Nel Ferrarese, un bacino di circa 250mila persone, abbiamo chiesto di prelevare meno acqua possibile - spiega -. Circa 300mila sono le persone che invece fanno capo ai potabilizzatori della Romagna, al momento più fortunate perché l'acqua arriva dalla diga di Ridracoli che ha immagazzinato buone scorte in autunno». Il razionamento c'è anche in agricoltura, dove è stato chiesto di prelevare meno del necessario per consentire un deflusso minimo vitale di acqua, nonostante in questo periodo ce ne sia maggiore bisogno per portare a maturazione le colture. Invece, secondo Berselli, è in atto una «tempesta perfetta», con la neve sparita, i ghiacciai in esaurimento, le temperature più alte della media, le piogge scarse e il vento caldo. «Il Po - conclude - non aveva una portata così bassa da 70 anni, ma la verità è che la vedremo ancora più bassa».
A fronte di tale emergenza Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue chiede l'immediata attivazione di una cabina di regia, coordinata
dalla Protezione civile, che ricomprenda i principali organi tecnici e politici, per valutare, soluzioni e azioni in materia di rilasci e prelievi idrici in alveo, governando le inevitabili problematiche, che ne seguiranno.
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